Intervista a Massimo Acciai Baggiani, autore de “La compagnia dei viaggiatori del tempo”
Massimo Acciai Baggiani è uno scrittore fiorentino nato nel 1975, laureato nel 2001 con una tesi sulla comunicazione nella fantascienza, glottoteta ed esperantista, ha pubblicato al momento 18 titoli oltre a vari racconti, articoli e poesie su riviste a diffusione nazionale. In questa intervista ci parla del suo La compagnia dei viaggiatori del tempo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Una sorta di Decamerone in chiave fantascientifica: dodici amici scrittori si raccontano a turno storie sul tema del tempo, della vita e della morte. Uno di loro si incarica di trascriverle per i posteri.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono uno scrittore fin da bambino, quando inventavo storie e le trascrivevo per me stesso. Sono sempre stato un sognatore, un visionario. Poi ho cominciato a far leggere le mie cose, ma solo successivamente.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
I racconti sono stati scritti nel corso di diversi anni, durante questo secolo. Il lavoro di raccolta e di scrittura del quadro narrativo di collegamento ha richiesto un paio di mesi. Immaginatemi al pc in camera da letto mentre batto sui tasti e ascolto musica da youtube e ogni tanto faccio una pausa caffè.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Il primo che mi viene in mente è H.G. Wells, per le ipotesi fantasiose e la capacità visionaria, oltre allo stile chiaro ed accattivante, senza fronzoli o inutili sperimentalismi.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Il rock progressive sia italiano che straniero (Pink Floyd, Genesis, il Banco, le Orme) o i notturni di Chopin.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Viaggiare oltre i nostri anni è fattibile: la fantasia è la nostra macchina del tempo. Seguitemi, vi mostro alcuni possibili futuri.