Intervista a Marina Galatioto, autrice del libro di Il Cantastorie
– Marina Galatioto, dove trova le idee per le sue favole?
Mi piace pensare a mondi incantati dove il bene sconfigge il male, dove si è felici, dove i buoni hanno la meglio e dove tutto ciò che è magico trova un suo posto. Le idee? Sono come piccoli semi, basta un germoglio per farle crescere. Lo spunto si può trovare nella vita di tutti i giorni o nelle nostre fantasie.
– Dopo averle scritte, che effetto le fa leggerle e raccontarle personalmente ai bambini?
La prima volta che le leggo o le racconto sono sempre piuttosto “ansiosa”. È una specie di prova del nove. È ai piccoli lettori che devono piacere e i bambini sono un pubblico difficile. Il mio primo ascoltatore in assoluto è mio figlio Stefano. Ci divertiamo tantissimo e a volte mettiamo insieme le idee. Il mio ultimo personaggio, Kranz, ci ha fatto ridere molto.
– Come mai ha deciso di dedicarsi a questo tipo di racconti? Cos’è in particolare che la affascina delle favole?
Le favole mi affascinano perchè sono sogni, non seguono lo schema della logica. In un sogno, come in una favola, può accadere di tutto, non occorrono spiegazioni: succede e basta. Attraverso le favole poi mi piace dare speranza, gioia, felicità e affrontare temi importanti. In ogni caso non scrivo solo favole per bambini. Mi piace spaziare tra tutti i generi della letteratura, o quasi. Ogni ambito è in grado di dare a noi scrittori sensazioni e soddisfazioni differenti.
– Ha già in mente il suo prossimo personaggio?
Mi piace lavorare su vari progetti contemporaneamente e poi mi ci dedico a seconda dell’umore. Sto scrivendo un romanzo storico, una favola per adulti, una serie a puntate con protagonista un uomo, appunto questo Kranz che fa sbellicare dalle risa mio figlio. Nel frattempo continuo a scrivere articoli e racconti per riviste cartacee e online.