Intervista ad Alessandro Pagani, autore de “Io mi libro”
Alessandro Pagani, nato a Firenze nel 1964, è scrittore, musicista e impiegato presso la Asl Fiorentina. Io mi libro, edito da “96, Rue De La Fontaine” (una frase del libro apparirà anche sull’agenda Comix 2019), è la sua seconda pubblicazione dopo Perché non cento? stampato da Alter Ego/Augh di Viterbo (Aprile 2016), e il libretto autoprodotto del 2015 Le Domande Improponibili.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Io mi libro” è una raccolta di 500 frasi e dialoghi umoristici che attraverso giochi di parole, doppi sensi e freddure, racconta alcuni lati grotteschi della nostra quotidianità in chiave comica.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono un appassionato di niente e di tutto, amo la musica ma a volte non l’ascolto per mesi, amo la poesia ma posso non scriverne per anni, amo molto altro ma non sono un compulsivo. La vita segue le stagioni, a volte c’è il sole allora c’è ottimismo, piove e torna la malinconia. Ho iniziato a scrivere perché sentivo la necessità di visitarmi dentro, e far capire qualcosa più di me al mondo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Il tempo di tutti i giorni fatto da eventi e individui che compongono la nostra quotidianità, fatta di vizi assurdi e virtù spesso nascoste, fa dipendere quanto questi fattori soddisfano le mie richieste: a volte basta un input che può sembrare scontato, ma dal quale si può aprire un’enciclopedia intera. E’ da lì che inizia il mio gioco mentale e talvolta enigmistico
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Luigi Pirandello, Marcello Marchesi, Achille Campanile, i Bartezzaghi….tutti coloro che con le parole hanno giocato e che continuano a stupire con splendide elucubrazioni socio-ironiche, linguistiche, e tragicomiche.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
I brani più brasiliani di Morricone, ed il primo disco dei Public Service Broadcasting.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ho scritto questo libro per trovare un modo diverso per stemperare con ironia l’eccessiva serietà con cui l’uomo ha vincolato la propria esistenza, a dispetto del lato più brillante, goliardico e virtuoso, che ognuno di noi porta dentro.