Intervista a Marina Sarracino, autrice de “L’arcobaleno negli occhi”
Marina Sarracino è nata a Napoli nel 1987 ed è laureata in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Lavora come promotrice culturale nel centro storico di Napoli e come editor in lingua italiana e inglese per alcuni siti web dediti al turismo e alla valorizzazione del territorio. Ha prodotto i contenuti di guide emozionali. In questa intervista ci parla del suo L’arcobaleno negli occhi.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
L’arcobaleno negli occhi racconta la storia d’amore tra due adolescenti: Alissia e Diego. I colori hanno un ruolo primario nella narrazione, descrivono i personaggi coinvolti. Alissia è “rossa”, energica e sicura di sé. Diego ha un vissuto familiare turbolento e contaminato dall’utilizzo di droghe. I suoi colori sono sbiaditi ma percettibili, perché traspaiono dal suo buon cuore.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
La scrittura ha sempre rivestito un ruolo importante per me: è l’espressione libera e incondizionata della mia anima, una porta su un mondo fantastico in cui rifugiarsi, un convertitore della mia creatività in forma viva e tangibile. Il mio sogno è quello di riuscire a trasmettere anche una piccola emozione attraverso quello che scrivo, magari lasciando evadere il lettore dalle sue “giornate no”.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Forse tre mesi, ero molto ispirata. L’ambientazione è la mia Napoli che descrivo così nel romanzo: “Se la città in cui Alissia e gli altri vivevano fosse stata un colore, un colore soltanto non sarebbe bastato a definirla. La animavano più tinte di quelle che si riflettono sull’arcobaleno o di quelle disposte sulla tavolozza di un pittore o, ancora, di quelle che riempiono una palette di ombretti“.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Charlotte Brontë, direi. L’apprezzo molto e credo che la sua Jane Eyre abbia ispirato anche un altro dei miei romanzi, intitolato “Amore e mistero a Villa Roseto”. L’arcobaleno negli occhi, invece, mi ricorda “Bianca come il latte, rossa come il sangue” per il risalto dato ai colori e per la solidarietà dimostrata dai personaggi di fronte a un amico in difficoltà.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Nel mio romanzo descrivo un personaggio di fantasia, un rapper chiamato Urlo90, e riporto parte dei testi dei suoi brani, a cui Diego, il protagonista maschile, si ispira. Mi piace pensare che sia il lettore a darvi un’interpretazione musicale, mentre legge. Pensando a una canzone nota, invece, mi viene in mente Somewhere over the rainbow di Israel Kamakawiwo’ole.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari lettori, come si può immaginare, in voi intravedo il barlume del mio grande sogno profumato di carta e animato da racconti: condividere con voi quello che sento mio, con la speranza che ciò che scrivo possa suscitarvi anche una piccola emozione.