Intervista a Angela Barbieri, autrice de “120 giorni – L’equipe di un Hospice racconta”
Angela Barbieri, di Roma, classe ’68, è Infermiera Professionale. Vincitrice della prima edizione del premio nazionale letterario “Un Fiorino” con il testo ” Io vado scalza”, ha conquistato anche il premio Perseide con “Il lupo è veramente cattivo” e, con lo stesso, è finalista al Concorso Sanremo Writers.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, 120 giorni – L’equipe di un Hospice racconta. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
120 giorni – L’equipe di un Hospice racconta è uno spaccato di una realtà difficile da raccontare e da vivere. I fatti narrati sono realmente accaduti all’interno dell’Hospice in cui svolgo il mio lavoro da infermiera; naturalmente sono stati romanzati per dare al testo un filo conduttore e per permettere al lettore di capire.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivere è sentire e trasmettere quelle emozioni senza le quali, non sarei nessuno. Mettere nero su bianco mi regala un’identità, l’unica che riconosco come veramente mia.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato circa tre anni a scrivere il mio ultimo libro: la vera difficoltà è stato affrontare un tema come la morte in modo positivo o meglio, restituendo alla morte, il ruolo naturale che ha nelle nostre vite senza scendere in ridondanti luoghi comuni. Ho preferito lasciarmi emozionare da ciò che vivevo e scriverlo, spesso durante i turni di notte al lavoro.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ammiro e stimo tantissimo Andrea Camilleri: in molti dei suoi libri ha tratto spunto da episodi del suo passato, intorno ai quali è riuscito a costruire storie bellissime.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
I Negramaro.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Difficile parlare di me, preferirei foste voi, dopo avermi letto: nei miei libri c’è quello che di me, difficilmente riesco a dire. Vi aspetto!