Intervista a Federica Uras autore de “Il giardino della speranza”
Laureata in lettere moderne, con un dottorato in storia moderna e contemporanea, specializzazione triennale in storia dell’arte, Federica Uras ha insegnato per un periodo all’università della terza età; attualmente insegnante di lettere nella scuola secondaria di primo grado.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Il giardino della speranza” è un romanzo storico ambientato a Cagliari nel periodo della seconda guerra mondiale. È un romanzo che, con delicatezza, ti porta nei meandri dei sentimenti e ti proietta nella Cagliari degli anni ’40.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho incominciato con il pubblicare saggi storici durante il dottorato, poi racconti brevi in diversi concorsi letterari. “Il giardino della speranza” è il mio primo romanzo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho iniziato il 15 agosto 2013, al rientro di una gita di famiglia in un paesino al centro della Sardegna e ho avuto l’ispirazione. Ho iniziato a scrivere ogni sera, dopo le 21 e dopo aver messo a letto i miei tre bimbi, allora molto piccoli. L’ho concluso il 15 settembre dello stesso anno. Un mese per scriverlo ma un anno per correggerlo 😉
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi hanno detto che il mio stile assomiglia a Sveva Casati Modigliani. Parliamo entrambe di saghe familiari e di tempi passati. Lo stile è leggero, accompagna il lettore con delicatezza riuscendo sempre più a farlo appassionare agli eventi descritti e a farlo affezionare ai personaggi
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Dipende dal brano che si vuole interpretare, in alcune parti una melodia dolce, in altre forte ed energica come i miei personaggi che non si arrendono mai. Nelle parti storiche le marce fasciste. La bellezza di un romanzo, credo, sia l’aspetto poliedrico. Diverse musiche per le diverse circostanze
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se volete riflettere sulla vita, sulle sue convenzioni e divisioni di classe, sulla forza dell’amore, dell’amicizia ma, soprattutto della speranza, leggete il mio libro. Vi farà conoscere meglio la mia terra, la Sardegna, ma soprattutto vi farà sognare.