Intervista a Gianmaria Ferrante, autore de “Notti di pizzica”
Gianmaria Ferrante nasce a Bergamo nel 1940. Dopo il diploma, viene assunto a Milano. Diventa ispettore, poi addetto alle Relazioni Industriali, quindi alla Formazione del Personale. Apre uno studio privato. A 50 anni rinuncia a carriera e posizione sociale, si isola in territorio di Ostuni per dedicarsi completamente alla letteratura. Scrive per 25 anni. Tuttora in piena attività.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Notti di pizzica. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Notti di Pizzica è una testimonianza su usi e costumi dell’Alto Salento negli anni 60/70. Numerosi personaggi si susseguono ravvivando la memoria di una civiltà contadina in via di estinzione con le sue ingenuità, fame endemica, ma anche balli sfrenati alla luce della luna, fuitine, serenate, fantasmi nevrotici. Il lettore ride di gusto dimenticando la tristezza di questi tempi assai tristi.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
All’età di 25 anni scrivo il mio primo romanzo “Gli amori verdi ” che vince il primo premio ex aequo ” Regione Lombarda 1972″; la premiazione avviene nella sala del Grechetto del comune di Milano. Dopo vent’anni di ritiro dalla vita pubblica, seguono 9 sillogi di poesia, 4 tradotte in Inglese, e altri 3 romanzi. In corso di pubblicazione “Abissi “, prossimo romanzo ” Il regno dei sette laghi”.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
La prima stesura di getto, 25 giorni; il completamento e le successive revisioni, un anno, realizzate all’esterno di un trullo, nelle sui vicinanze si svolsero buona parte dei fatti narrati.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Modifico lo stile secondo il contenuto del romanzo, il tempo e l’atmosfera in cui viene calato. Con ” Gli amori verdi ” lo stile è sincopato, nevrotico; riflette il periodo antecedente i moti del ’68. Con ” Un uomo di successo ” riflette l’atteggiamento di un arredatore della Milano bene negli anni 73/74. Con ” Quaranta notti ” si addentra nel profondo di conoscenze orientali e occidentali.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Una splendida registrazione di una ” Pizzica ” sfrenata, magari cantata in Grico, l’eredità culturale dei paesi della Grecìa Salentina.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Per favore, non perdete l’eredità culturale del nostro glorioso passato. Potrebbe svanire per sempre lasciandoci nudi e succubi davanti a un gelido macchinario.
QUI la presentazione di Notti di pizzica.