Intervista a Annalisa Pardi, autrice de “A solo”
Annalisa Pardi nasce a Pisa nel 1981. Si occupa di teatro (insegna e recita) e ha creato un’associazione teatrale nel 2003. Laureata in Cinema Teatro e produzione multimediale a Pisa con il massimo dei voti, lavora come personale di sala al Teatro stabile.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, A Solo. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
A Solo è un romanzo storico e introspettivo, ambientato nel 1927. Il pianista Albert Andrew Hall sta attraversando un periodo molto complicato per la sua carriera e anche per la sua vita personale: infatti sta divorziando dalla moglie. Riuscirà a ritrovare la forza di credere in se stesso e di ricominciare a suonare solo grazie all’incontro con un medico molto particolare…
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo sin da quando ero piccola. La lettura è il mio interesse più grande: leggere i classici mi ha portato a desiderare di scriverne. Traggo ispirazione anche dal teatro e dalla musica classica (le altre due passioni della mia vita: infatti scrivo anche per il teatro).
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato oltre un anno e mezzo per scrivere A Solo. Ho un piccolo computer portatile. Mi ha seguito nei miei viaggi e nelle lunghe serate in cui lavoravo alla composizione del libro. Poiché il protagonista è un pianista, scrivevo sempre ascoltando Chopin e Schumann.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Come lettrice, adoro Denis Diderot, ma non proverei mai a somigliargli, è troppo complicato! Mi accontenterei di ricordare Arthur Schnitzler, Irmgard Keun, Jules Renard, J.K. Jerome, ma la strada è lunga!
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Per A Solo, senza dubbio i Notturni di Chopin, e le Quattro Ballate, in qualche modo protagoniste del romanzo. In alternativa, Carnaval e Studi sinfonici di Schumann (colonna sonora ideale dell’altro mio romanzo pubblicato con Leone Editore, “Trio”).
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se volete leggere qualcosa che vi faccia riflettere e vi tenga sospesi, che vi catturi e vi resti dentro a lungo; se cercate un romanzo con personaggi “vivi” e dialoghi incalzanti; se amate i classici, “A Solo” potrebbe piacervi.