Intervista a Cynthia Collu, autrice de “Sono io che l’ho voluto”
“Ho pubblicato con Mondadori il mio primo romanzo,”Una bambina sbagliata”,che ha ottenuto il Premio Berto Opera Prima. Nel 2010 è uscito il racconto lungo “La guerra di Beba” per Senzapatria editore. Molti miei racconti hanno vinto importanti premi letterari e sono stati pubblicati in antologie e riviste.”Sono io che l’ho voluto”, Mondadori, è il mio secondo romanzo. Il terzo è in lettura.” Si presenta così l’autrice Cynthia Collu.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Sono io che l’ho voluto. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Se è vero che ogni famiglia infelice lo è a suo modo, quella di Miriam e Sebastiano appare normalmente infelice: frustrazione per una modesta vita borghese, a volte liti furiose seguite da silenzi devastanti (quanto possano essere devastanti i silenzi, Miriam lo impara presto a sue spese); poi, finalmente, la sospirata riappacificazione. Ma a poco a poco la vera natura di Sebastiano viene a galla…
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivevo storie sin da quand’ero nel ventre di mia madre; gliele raccontavo per rassicurarla: stai tranquilla, le dicevo, andrà tutto bene. Lei ascoltava, innamorata. Quando sono uscita da lei ho capito che la cosa che volevo di più era continuare a raccontare, far innamorare qualcun altro disposto ad ascoltarmi. Così,sono diventata scrittrice. Scrivere per me è comunicare, essere “io siamo”.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Due anni. Scrivevo dopo aver messo ordine sulla scrivania, le tende un po’ tirate per far passare quel tanto di luce che mi creasse l’atmosfera giusta. Purtroppo non ho una stanza tutta per me, questa è stata sempre la difficoltà più grande perché alle mie spalle, mentre scrivo, è un continuo passare di marito e figlio. Benedetta Virginia Woolf!
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
A nessuno. Penso che un autore debba avere la propria voce, unica e inconfondibile. Se proprio devo stare al gioco, oscillerei tra Dino Buzzati e Julio Cortázar . Il mio libro? Vorrei fosse come la Bibbia, inesauribile fonte di vicende umane e di meraviglia.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Tante, a seconda del brano e del capitolo. Potrei spaziare da “Adiòs nonino” di Piazzolla a “Yesterday” dei Beatles a “Salve regina” di Arvo Pärt alle musiche rilassanti e poco distraenti di Einaudi. Chopin comunque con me va per la maggiore.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Scrivere per me è un inestinguibile bisogno d’altrove. Mi auguro che per voi leggere sia altrettanto.