Intervista ad Alessandro Pugi, autore de “A un passo dal domani”
Alessandro Pugi, nato a Portoferraio (Isola d’Elba) nel 1972, è ispettore Capo di Polizia Penitenziaria. Autore di sei romanzi, tra cui A un passo dal domani, opera di cui ci parla in questa intervista.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Ho provato a raccontare quanto sia devastante il dolore per la perdita di un figlio, attraverso gli occhi di un padre e di un cucciolo di Fox Terrier che ha condiviso la propria vita con il bambino e che cesserà la propria esistenza nello stesso giorno e alla stessa ora del piccolo, proprio… A un passo dal domani.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Amo scrivere fin da piccolo. Poi nel corso degli anni, per varie vicissitudini, ho tralasciato la scrittura per poi riprenderla nel 2010, in seguito a un incidente di moto che mi ha lasciato del tempo libero per scrivere e per far nascere il mio primo romanzo: The Spanners.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Questo mio ultimo libro ha visto la luce in un anno. E’ stato un lavoro difficile perché non si può comprendere quanto sia straziante il dolore di non poter più condividere i propri sentimenti, i propri pensieri o l’emozione di una carezza con chi si è perso per sempre. È la mancanza dell’essenza che si materializza nella consapevolezza di aver perso quell’attimo fuggente.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi piace molto la scrittura di Jack London e il mio romanzo potrebbe somigliare, per alcuni aspetti dedicati al cane Jack, al romanzo Il richiamo della foresta.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La musica di Dyathon. In particolare un brano dal titolo: Hope (Speranza).
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Scrivo perché mi piace condividere con i lettori, le sensazioni, le emozioni e le immagini che provo, vedo e vivo, durante la fase di stesura dei miei romanzi.