Intervista a Giusy Sturiale, autrice de “Pensieri sparsi”
Giusy Sturiale insegna lettere in una scuola secondaria di primo grado della provincia di Agrigento, ha due meravigliosi figli che ogni giorno le ricordano ciò che di buono ha combinato nella vita. Vive di amore e ha un grande amore accanto che la sostiene quando sta per cadere, e poi non ha più bisogno di niente. Nell’intervista che segue ci parla del suo Pensieri sparsi.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
In verità la mia è solo una raccolta di poesie, pensieri mai pensati o solo sfiorati, di cose e di persone e anche di animali. E poi ecco loro prendono forma ed io li racconto e basta. A volte sono malinconici, a volte diventano storie di ciò che la vita offre, regala o toglie. Sono il quotidiano, la gente che compra al mercato, di quelli che non li vuole nessuno, o anche un solo giorno d’inverno.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Io amo scrivere! Di giorno vivo del mio lavoro, un’insegnante come tante, la sera nel mio angolo di mondo animo i personaggi e scrivo. Ho un blog personale fatto delle mie pagine, non ho mai pubblicato pagandolo nemmeno un rigo, e da romantica sogno che un grande editore prima o poi mi scopra.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Il tempo che ho impiegato e impiego non riesco a quantificarlo, è il lavoro di anni e solo da collezione. L’atmosfera è malinconica, a volte anche comica o forse solo ironica, cambiano i personaggi e le motivazioni, e lo scenario si veste di tanti colori.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Penso a Sylvia Plath e anche la Merini, donne di profondo e vero, e di grande pensiero. Di loro tutto e niente sparso nelle loro coscienze, solitarie e spente dentro il dolore inerme.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Una colonna sonora… bah mi viene in mente Ennio Morricone, forse perché mi piace la sua musica struggente, e mi ricordo di un particolare, quello di quando vidi “Nuovo Cinema Paradiso” senza trattenere le lacrime!
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
La pienezza non lascia spazio alle descrizioni, solo il vuoto si riempie scrivendo. E così vado a rilento perché ho il cuore pieno, e anche dovessi raccontare per ore solo una frase arriva e tutto il resto tace.