Intervista a Umberto Galvan di Piedimonte, autore de “MILANO: Lavoro, Tempo e Sesso”
“Milano mi ha visto nascere single e vivere da single“. Presentandosi, esordisce così Umberto Galvan di Piedimonte che nel 2010, stufo di avere un curriculum al top inutilmente, ha deciso di chiudere tutte le sue attività e ritirarsi. In quel momento ha intrapreso un percorso diverso nell’arte della recitazione e nel mondo dello spettacolo. Nell’intervista che segue ci parla del suo MILANO: Lavoro, Tempo e Sesso.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Questo libro è un saggio corrotto da una serie di racconti che descrivono la vita dei single a Milano, ovvero le persone che vivono nella capitale Europea dei single e formano famiglie monocomposte. Bisogna tenere presente che non ci sono solo i numeri a dirlo, infatti alcuni articoli di autorevoli quotidiani lo confermano, ci sono anche le storie personali che portano ad essere single in coppia.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Io non amo la scrittura, anzi descrivere le storie che affollano la mia mente è decisamente un peso. Non sono uno scrittore, non ho postato scrittore come professione sui social, piuttosto racconto storie che mi capitano tutti i giorni sotto gli occhi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato dieci minuti ed una vita. Alcuni racconti sono nati su aerei che prendevo per lavoro anni fa e rimasero nel cassetto per lungo tempo. Oggi ho fatto una selezione che s’integra con la nostra società e ben descrive le patologie della capitale dei single, degli aperitivi, dei siti per iniziative single e degli appuntamenti.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Dato che non vengo da una scuola di scrittura ed anche il mio personale percorso universitario è diverso dalla letteratura ho decisamente uno stile definito conciso che ricorda il primo Moravia, Steinbeck o Bukowski magari con meno parolacce. Insomma non un autore descrittivo e monotono ma un raccontatore di storie.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Jazz fusion è il sottofondo ideale per ricreare l’atmosfera da aperitivo che circola nel libro.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Leggete, leggete sempre per non essere illusi mai, leggete per viaggiare senza mai muovervi da casa.