Intervista a Emanuela Navone, autrice de “Io sono l’usignolo”
Nata a Genova e cresciuta in un piccolo paese di montagna, Emanuela Navone scrive da quando era piccola e cerca di incastrare questa sua passione tra le mille cose che fa durante la giornata. Dal 2014 lavora nel settore dell’editoria, aiutando gli scrittori a scrivere il loro libro e a pubblicarlo. Ha un blog, dove parla di scrittura e promozione. Eccolo QUI. Oltre alla scrittura, adora i gatti. In questa intervista ci parla di Io sono l’usignolo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Thriller che indaga la natura della follia umana, Io sono l’usignolo è la storia di Rubino Traverso, giornalista impegnato a indagare sulla morte del sindaco di un piccolo paese ligure. Scoprirà ben presto che voler scoprire la verità ha sempre un costo. Perché qualcuno non vuole che la verità venga a galla, e le ricerche di Rubino hanno i giorni contati.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo da quando sono piccola: prima ho iniziato con i diari segreti, poi sono passata a stralci di storie che inventavo nella mente e che dovevo mettere su carta. Piano piano ho compreso che volevo di più: volevo che qualcuno leggesse le mie storie, e così ho iniziato a scrivere qualcosa di più “corposo” e dalla trama ben definita.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Un tempo infinito. Ho iniziato sei o sette anni fa, mentre sul treno raggiungevo l’università di Genova. Annotavo le idee e stralci di storia sul mio iPod. Inizialmente il romanzo doveva essere breve e un horror, poi però l’idea ha perso la presa e l’ho accantonata. Ho ripreso in mano il romanzo due anni fa, l’ho riscritto diverse volte prima di trovare la chiave giusta, e alla fine ce l’ho fatta.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Io adoro da sempre Stephen King e non mi vergogno di dire che lo prendo come spunto per lo stile con cui è capace di tenere incollati i lettori alle pagine. Mi piacerebbe, un giorno, riuscire anche io a trasmettere la tensione come fa lui. Forse potrei dire la stessa cosa per il mio libro, anche se quando l’ho scritto non avevo altro in mente che i miei personaggi e le loro storie.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Di preciso non saprei, ma di certo qualcosa di cupo e incalzante per adeguarsi alla narrazione.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Spero che il mio libro vi possa appassionare e, perché no, intimorire un poco. Diffidate sempre dei piccoli paesi di montagna: anche loro nascondono segreti.