Intervista a Pietro Esposto, autore de “Acquamara”
“Sono nato a Caccamo, in provincia di Palermo, nel 1976. Mia madre mi ha partorito a casa, come si usava una volta. La stessa casa di mio nonno, del padre di mio nonno e di tutti quelli, di famiglia, prima di loro” ci dice Pietro Esposto, autore de Acquamara, libro di cui ci parla nell’intervista in questione. Vive e lavora a Milano, è un project manager in un’agenzia di pubblicità. Scrive, cucina e vorrebbe aprire un B&B con cucina. In Sicilia, ovviamente.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Una minchiata d’incidente, un banale incidente in una cava di tufo, ma non per il magistrato Titta Mezzasalma e per un gruppo di giovani comunisti che lo aiutano nell’indagine. Contro di loro una combriccola di personaggi, uomini di ogni estrazione socio-culturale, che colludono con la mafia sino a farne parte. Il genere è il giallo-mafia.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Quarantadue anni, pubblicitario di professione con due grandi passioni: cucinare e scrivere per vivere meglio. Cucino per sopravvivere alle pizze d’asporto, scrivo per dimenticare le parole fumose del mio lavoro, scrivo e cucino perché mia moglie sostiene che di meglio non posso fare. Comunque, quando scrivo è come se suonassi. E io non so suonare!
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Pensato un anno intero, scritto in sette mesi. Pensato a letto chiudendo gli occhi e in macchina, fermo in tangenziale. Scritto a casa, in ufficio, in treno, al mare, una volta in macchina sul sedile posteriore, seduto ad aspettare un cliente e davanti al cliente che parlava di cose inutili. Ma, su tutto, scritto in cucina, tra una spadellata in aglio e olio e una doppio malto.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Leonardo Sciascia. Ricordo di aver letto che cucinasse bene. Ecco, questa potrebbe essere la giusta analogia. Però, vorrei sentirmi Camilleri imitato da Fiorello.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Non lo so. I Tinturia forse… ma poi, come fate a leggere con la musica? Sarà che ormai ho le orecchie spaccate dalle urla dei miei due figli, colonna sonora televisiva annessa! Nessuna colonna sonora, leggete e basta.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Amate la Sicilia ma siete stanchi del solito commissario? Leggete Acquamara, il nuovo romanzo siciliano a ridotto consumo di cabasisi.