Intervista a Nicolò Francesco d’Alessandro, autore de “Kallyrhoe”
Nato a Messina, Nicolò Francesco d’Alessandro abita a Niscemi, definito dallo stesso autore un piccolo paese del profondo Sud. Ha insegnato per 40 anni nelle elementari. Da 50 anni si occupa di educazione ambientale nelle scuole della Sicilia. Convinto che un popolo si eleva tramite la conoscenza e la cultura ha ricostruito alcune macchine di Leonardo da Vinci esposte in un piccolo museo. Opera come animatore culturale raccontando storie…
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Collocare il romanzo in un genere non è facile, si può dire che appartiene al genere romantico perché è una storia d’amore; oppure si può dire che è un giallo perché si passa da un avventura all’altra. O che appartiene ai romanzi storici…
Kallyrhoe è una ragazza siracusana di una bellezza straordinaria, che le provoca però non poche disavventure e le attenzioni di troppi uomini.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo dall’età della scuola media: allora era il diario personale, poi furono i primi racconti e qualche poesia.
Scrivevo ma non pubblicavo niente perché non mi ritenevo uno scrittore. Poi nel 2010 un mio amico, che pubblica tanto, mi convinse a provare e così da allora ho fatto stampare le mie ricerche e mando i libri ad una quindicina di biblioteche.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Per scrivere Kallyrhoe tra ricerche, documentazioni e prima stesura e successive due stesure ci son voluti due anni.
Descrivere l’atmosfera: normalmente, essendo in pensione, la mattina entro nel mio studio e cerco di raccogliere le fila di quanto pensato e scritto il giorno prima. Può anche succedere che non metto giù neanche un rigo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Un dirigente scolastico mio amico ha definito il mio modo di scrivere: pirandelliano, non se tale può essere definito… Nello scrivere sono ironico, spesso pungente, pignolo nelle ricerche, spesso insoddisfatto di quanto scritto.
Non cerco di imitare nessuno… ho il mio modo di pensare e scrivere…e non scrivendo per piacere…scrivo a modo mio.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La nona sinfonia di Beethoven o i Carmina Burana.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
La lettura di libri arricchisce ed apre un dialogo ideale con lo scrittore… ci fa riflettere, ci arricchisce dandoci idee e sentimenti…