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Intervista a Simone Giusti, autore de “Portland. La città dei dannati”

Portland e la città dei dannatiNato a Pisa nel 1977, archeologo. Autore di numerosi racconti e romanzi, Simone Giusti scrive e dirige videoclip, spot, serie web e corti. Tra i premi vinti, Shortbuster su iLIKE.tv e Narratopoli di Cento Autori. I suoi romanzi sono “Incubo”, “Guerre corporative”, “Il giardino di Boscofitto”, “Pisa connection”, “Ragnarok” e “Portland”. Formatore in storytelling, vive a Calcinaia con la compagna Denise.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca

Siamo a Portland, Oregon, è il 1882. Un vecchio pistolero del sud entra in un saloon, estrae le colt e compie una strage. Fuggendo per i vicoli si imbatte in un nero pestato a sangue. Il nero gli dice che alcuni uomini hanno rapito la sua ragazza. L’hanno calata in una botola, là in fondo al vicolo. Allo straniero non frega niente di lui, ma quella botola è l’unica via per scappare. Western.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Prima di amare la scrittura ho amato le storie. Gioco ai giochi di ruolo da quanto ho otto anni e ne ho viste passare di storie. Finché un giorno decisi di condividerle, e da lì tutto è iniziato. L’evoluzione più importante c’è stata quando ho portato a consapevolezza che le storie servono anche a qualcos’altro: a parlare alle persone per far vedere il mondo come non l’hanno mai visto prima.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Portland ci ha messo circa un anno per nascere. L’ispirazione è arrivata una sera di pioggia guardando un documentario in cui si mostrava la terribile Portland sotterranea del’800. Da lì mi sono documentato il più possibile. Gli studi hanno pian piano caratterizzato personaggi, luoghi e situazioni. Le atmosfere sono le stesse che mi ispirarono quella sera: cupe e con quel sentore di vita sprecata.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Sono tanti gli autori che mi hanno plasmato. Ne cito tre: Carpenter per i temi sociali e le atmosfere; Shirley per l’immediatezza della narrazione; Leone per il west.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

L’ho già scelta. Una band ha composto la colonna sonora originale per il romanzo trattandolo come un film. Il tema principale ha un sentore western con sonorità nuove. Da ascoltare. Loro sono i RainboWarriors e l’album è Portland Project.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Se non sei felice per ciò che hai, non sarai felice neanche quando avrai ciò che desideri.

Autore: Redazione

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