Intervista a Roberto Addeo, autore de “La luna allo zoo”
Roberto Addeo è nato a Nola, nella provincia di Napoli, nel 1982. Tra i suoi interessi, oltre la letteratura, trovano grande spazio la musica e, non da ultima, la pittura. Come batterista, ha diversi album all’attivo, registrati con differenti gruppi musicali del circuito bolognese. Dopo aver girovagato tra Napoli, Brescia e Bologna, da qualche anno si è trasferito in Sardegna, a Porto Torres.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“La luna allo zoo“, il mio secondo libro di narrativa, è un “romanzo esistenziale“, anche se è riduttivo, a mio avviso, cercargli per forza una collocazione: è anche un romanzo post-romantico, grottesco, tragicomico, in alcuni punti “sperimentale”. Narra le vicende di un venticinquenne campano trasferitosi a Bologna, nell’anno dell’ufficializzazione della crisi economica.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il mio amore per la scrittura nasce dal mio amore per la lettura, iniziato all’età di 13-14 anni. Logicamente, all’epoca, leggevo cose meno impegnate, amavo principalmente l’horror, la fantascienza e i fumetti. Poi, crescendo, i miei gusti sono cambiati radicalmente. Ho incominciato a scrivere racconti brevi e poesie, quando avevo all’incirca venti anni.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho scritto questo libro in tre mesi, grazie all’aiuto della mia attuale compagna, la quale mi ha permesso di dedicare il mio tempo totalmente alla scrittura, mantenendomi economicamente. Durante la stesura, abitavo in un monolocale nel quartiere popolare della Bolognina dove, a parte l’andirivieni continuo di tossici, truffaldini e spacciatori di ogni specie, dimora una vera e propria Chinatown.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Pur pensandola in maniera politicamente diversa dall’autore in questione, sono molto legato allo stile del primo Celìne. Come lui, mi piace definirmi un “cronista“, perché racconto in prima persona il mio periodo storico e l’ambiente sociale di mia appartenenza, utilizzando anche il corrispettivo argot.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Trattandosi di uno scritto “ruvido“, consiglierei sicuramente musica spigolosa, come il grunge rock degli anni novanta, ma anche il jazz, per i suoi principali elementi: ritmo e improvvisazione.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Nel mio romanzo “La luna allo zoo“, ho cercato di dar voce a quegli intimi anfratti quotidiani che i più tendono a nascondere, spesso per vergogna, provando a restituire loro una dignità artistica e sociale. Spero che il mio lavoro vi piaccia.