Intervista a Antonio Andriani, autore de “Che spasso nella città invisibile”
Antonio Andriani, nato a Campobasso nel 1962, è alla pubblicazione editoriale numero otto. Vive a Termoli e lavora nella libreria che gestisce con la moglie. Definisce l’amore per i libri “incondizionato“.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Romanzo pubblicato da Armando editore, dal titolo Che spasso nella città invisibile, è arricchito dai disegni di Jacopo Andriani. Il libro coniuga poesia endecasillaba, all’inizio ed alla fine di ogni gioco, non ci sono i tradizionali capitoli, e prosa. Un po’ ovunque si trovano i disegni di un ragazzo di 15 anni. Il romanzo possiede toni scanzonati e visionari, la narrazione dura appena 24 ore.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo dal 2001, la prima pubblicazione risale a quell’anno. Questo è il mio terzo romanzo e l’amore per la scrittura nasce dall’amore per la lettura. Per lavoro, gestisco una libreria, di mia proprietà. Ho pubblicato racconti e raccolte di poesie.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Per scrivere questo libro ho impiegato appena 3 o 4 mesi, non ricordo bene. Mi capita di scrivere, di concentrarmi in qualsiasi contesto, anche in mezzo al baccano, durante la fila in banca o alle Poste, quando sono in famiglia, mentre sono in libreria, dove lavoro. Anche adesso che compilo questo spazio, penso alla poesia che ho in corso d’opera, al prossimo romanzo, giunto al settimo capitolo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
A Dante Alighieri, per l’uso degli endecasillabi anche nei percorsi di prosa. Ad Italo Calvino, per le ricorrenti mutazioni di voce narrante. A G. G. Marquez per la descrizione delle atmosfere assolate e calde del sud del mondo. Nell’ultimo romanzo, aspiro a somigliare a Giorgio Bassani che, nell’opera Il giardino del Finzi Contini, ha espresso al meglio il suo sentimento per il tennis, sport che anch’io amo.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Ad eccezion fatta per l’incipit, datato 2014, il resto della narrazione è ambientato a fine ottocento e consiglio di gustare il mio racconto ascoltando La Primavera di Vivaldi, non certo una musica contemporanea.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Il romanzo “Che spasso nella città invisibile” descrive una località che si affaccia sull’Adriatico, come fosse un qualsiasi luogo del Mediterraneo. I personaggi sono strampalati e sognatori, un turista s’innamora di una libraia e …