Intervista a Giuseppe Baiocco, autore de “La donna di Villamare”
Nato nel 1951 (MC), laureato in medicina nel 1976), Giuseppe Baiocco ha lavorato (anche come ricercatore) per oltre un trentennio nel campo delle neuroscienze. Ha pubblicato: Aretusa, progetto per una poesia informale, Editore Aniballi – 1985, le opere narrative Storie di Borgo e di Bottega, Edizioni Comune di Montefano – 2001, e La donna di Villamare, Pequod editore – 2014. Inoltre, il saggio L’emisfero della poesia, Aracne editrice – 2018
Parliamo subito del tuo romanzo La donna di Villamare. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
E’ un puzzle amoroso giocato su una spiaggia della riviera adriatica, una sorta di ménage a tre in cui domina la misteriosa Martina con la sua enigmatica presenza di donna duplice e ombrosa. Sarà un quadro di Velazquez, altrettanto enigmatico, a far chiarezza sull’intrigante personaggio che svelerà la sua ambiguità personologica in un finale ricco di invenzioni narrative dai timbri moraviani.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Io non nasco scrittore, ho cominciato con la poesia e di poesia è il mio primo volume Aretusa. Verso i quarant’anni quel genere ha cominciato ad andarmi stretto, perché ho iniziato a sentire il bisogno di articolare in modo più compiuto la mia visione della vita, di declinare attraverso vari personaggi -dai profili psicologici sfaccettati- il modo di interpretare il mio essere nel mondo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Il libro è uscito a 63 anni ma il suo concepimento è avvenuto al liceo quando venni in contatto con la filosofia kantiana e in particolare con il pensiero a priori, nucleo ideativo che permea di sé le pagine del romanzo creando suggestive angolazioni di lettura: ognuno gioca in un cerchio di cui è nel contempo il centro ma anche uno dei punti anonimi della circonferenza, senza avvedersene.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
E’ sempre difficile per un autore stabilire riferimenti tra la propria opera e quella di autori già affermati. Forse, volendo proprio stare al gioco e forzandolo di molto, potrei invocare una somiglianza con Moravia per la sensualità dei suoi personaggi femminili e il voyeurismo dell’uomo maturo innamorato di giovani donne.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
E’ difficile scegliere una musica come colonna sonora del romanzo per la semplice ragione che esso si snoda in molteplici “stanze” narrative completamente diverse abitate da personaggi che caratterizzano in modo differente il singolo luogo (per esempio Ercole, il bagnino, compare solo nella spiaggia del riminese e poi scompare completamente negli altri “quadri”). Potrei dire Flashdance, comunque.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“La donna di Villamare” è un romanzo dalla prosa poetica ma “tosto” nella costruzione narrativa e ricco di “invenzioni”, un romanzo poco teso all’azione ma più a scavare le dinamiche psicologiche dei vari personaggi che lo animano. Da leggere, direi!