Ventspils 2016/17: bilancio di un’esperienza ad un anno di distanza!
Proprio in questi giorni, un anno fa, a pochi mesi dal mio rientro dalla Lettonia, iniziavo a realizzare il reale senso della mia esperienza di writer-in-residence, presso la Casa Internazionale dello Scrittore e del Traduttore di Ventspils.
Da allora tanti mesi son trascorsi e ad oggi, con orgoglio, s’iniziano a raccogliere i primi soddisfacenti risultati di tale meravigliosa avventura.
Il 6 gennaio 2017, proprio il giorno dell’Epifania, ha visto la luce la prima delle opere a cui ho lavorato durante il mio soggiorno baltico: “La Fanciulla di Neve – Snegurochka”, che è prontamente diventata patrimonio dello scaffale italiano della biblioteca interna della Residenza.
A breve, dopo la pausa estiva, partiranno presentazioni, progetti in scuole e biblioteche e finanche un recital teatrale; parallelamente si sta lavorando alla pubblicazione di “Sprīdītis”, una traduzione riadattata del celebre romanzo di formazione per ragazzi della scrittrice lèttone Anna Brigadere, vero e proprio emblema nazionale.
Ancora una volta i progetti autoriali da sviluppare/riprendere vengono a me, palesandosi come evocati da energie misteriose.
Stavolta è accaduto a fine giugno, a ridosso di San Giovanni, giorno del mio onomastico, guarda caso, in cui in Lettonia ha luogo la festa del solstizio d’estate di Jāņi, di cui ho ampiamente narrato proprio in “Sprīdītis”.
Rimetter mano al testo, intraprendere un nuovo studio iconografico con l’illustratrice, ha su di me il medesimo effetto che dovettero avere per Proust le sue madeleine: potenti catalizzatori di ricordi!
E così vengono misteriosamente evocati gli ultimi, ma indimenticabili giorni d’intenso lavoro:
La visita all’altra grande biblioteca di Ventspils; un moderno edificio a vetri – dotato delle più moderne tecnologie informatiche (atte a studio e ricerca), fruizione a scaffale aperto, un particolarissimo auditorium, personale qualificato e disponibilissimo, al di là del fiume Venta – a caccia di ulteriori rare edizioni del libro di cui mi stavo occupando.
Dalla passeggiata nella foresta lèttone ed il Festival delle Sculture di Sabbia, alla visita al veliero polacco ormeggiato al porto, grazie alla mediazione della collega Olga e del suo amico Wojciech.
In segno di gratitudine invitammo poi a cena a casa gli ufficiali di bordo, trascorrendo una serata interessantissima, fatta di autentica condivisione e racconti di vita.
Ma non scorderò mai le illuminanti chiacchierate con gli autori Alexander, Vjačeslav, Natalia, Inga e Iveta, nonché l’istruttivo seminario del prof. Ilya Kukulin.
Poi il triste momento della partenza: i bagagli sul letto, la riconsegna delle chiavi, l’assordante rumore delle rotelle del trolley sull’acciottolato di un’albeggiante e silenziosa Ventspils, il saluto dei gabbiani in corteo e quel percorso fisico e mentale a ritroso, che mi avrebbe ricondotta in Italia, ai miei affetti di sempre.
Ma anche l’entusiasmo di portarsi a casa un bagaglio d’inestimabile valore da mettere a frutto, per la propria crescita personale e professionale, colorato di profumi, sapori, sguardi, sorrisi, accenti, fiori, arie d’opera, calici…!