L’odore della notte | Andrea Camilleri
Nella stesura de “L’odore della notte”, pubblicato da Sellerio nel 2001, Andrea Camilleri prende spunto da un vero fatto di cronaca: la storia di Giovanni Sucato, il sedicente avvocato che nell’estate del 1990 fece sognare tutta Palermo e la Sicilia.
Con un gioco finanziario di sua invenzione, Giovanni Sucato mise in piedi uno stratagemma che dapprima si rivelò una gioia per tutti gli investitori che avevano affidato nelle sue mani i propri risparmi, ma che infine implose in una grossa truffa, rivelandosi nient’altro che una catena di Sant’Antonio, sistema che in Italia risulta assolutamente illegale.
Facendo imbufalire migliaia di Siciliani, Sucato prima sparì dalla sua villetta di Villabate con una bottino di circa 10 miliardi di vecchie lire, per poi fare ritorno in Patria, dopo qualche tempo, per scontare alcuni mesi di galera. Il cosiddetto “Mago dei soldi” fu ucciso, probabilmente da Cosa Nostra, nel maggio del 1996.
Andrea Camilleri riprende questa vicenda, ancora oggi viva nella memoria di molti Palermitani, per romanzare l’avventura nella quale si intrufola il commissario Montalbano.
Il funzionario di polizia si troverà davanti alla scomparsa di due uomini: il titolare dell’agenzia d’investimenti “Re Mida” Emanuele Gargano e il suo giovane braccio destro e tuttofare Giacomo Pellegrino.
Entrambi, ricercati da molti Vigatesi, sarebbero rei di aver raccolto centinaia di milioni di lire da onesti cittadini per poi fuggire all’estero con il malloppo.
Le ipotesi più o meno fantasiose sulla sparizione dei due uomini si sprecano e toccherà a Montalbano seguire le poche tracce lasciate dal camilleriano “Mago dei soldi” e dal suo assistente.
Nonostante l’ingombrante presenza del dottor Guarnotta, l’incaricato delle indagini che sosterrà fin da subito la tesi di una vendetta mafiosa, il commissario Montalbano interpellerà le persone più vicine a Gargano e Pellegrino – a cominciare dall’anziana padrona di casa del più giovane uomo e dalle altre due dipendenti dell’agenzia, Mariastella e Michela – per arrivare a capo del groviglio.
Per tutto il romanzo Camilleri mantiene un ritmo alto e dinamico, peculiarità propria dello scrittore nato a Porto Empedocle e che impone al lettore di non staccare lo sguardo dalla lettura.
Il fortunato e gustoso linguaggio italo-siculo e i graditi intermezzi culinari, un inno alla tradizione gastronomica siciliana, contribuiscono alla scorrevolezza della lettura che conferma sempre amiche la penna e la capacità narrativa di Camilleri.
“L’odore della notte” però è soprattutto un viaggio nei meandri della mente umana, un intricato cammino attraverso fasi oniriche che culmineranno a una conclusione vicina ai confini dell’horror.
Salvo Montalbano, sfidando i primi acciacchi dovuti all’età, riuscirà con la sua furbizia, i suoi modi sempre al limite della correttezza e la sua impareggiabile sagacia a sbrogliare la matassa ben più complicata di quanto le forze dell’ordine, con l’etichettare la vicenda come un regolamento di conti tra la mafia e il titolare della “Re Mida”, volevano far credere che fosse. Il commissario riprenderà così a respirare l’odore leggero della notte.