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Alla scoperta della Puglia: ventinove itinerari “geologici” nel Salento

La Puglia è regina delle vacanze, tanto da aggiudicarsi il “Best Value Destination 2016” del National Geographic.salento-da-esplorare-29-itinerari

Non a caso vanta da qualche anno il primato dell’affluenza estiva di milioni di villeggianti italiani e stranieri. È il caso di visitarla, anche virtualmente…

Tra le tante e varie guide turistiche possibili, eccone una senza dubbio originale, per la proposta di percorsi nel paesaggio pugliese con una dominante insolita e suggestiva: la geologia.

Stefano Margiotta è un geologo e docente dell’Università di Lecce e in “Salento da esplorare”, un volumetto edito da Capone, Lecce (formato 14×21 cm, 176 pagine, 13 euro), accompagna tutti in un giro nel Tacco d’Italia, a piedi o in bicicletta, con testi agili e tante immagini, tantissime, tutte a colori, cartine e grafici realizzati dallo stesso autore.

Ventinove itinerari turistici e geologici da percorrere tra baie, cavità, fossili, zone umide e rocce, in un natura e un paesaggio unici, modellati nel corso di milioni di anni.

Ogni itinerario suggerito è preceduto da una scheda che informa su come arrivare al punto di partenza, sui tempi di percorrenza e sui punti di ristoro. Non mancano qualche avvertenza e cautela, prima di passare alla descrizione delle caratteristiche geologiche che si possono incontrare o che si suggerisce di andare a conoscere.

La Puglia attrae per il suo volto di terra antica e non troppo aggredita dalla modernità, per la costa molto varia e due mari tra i più belli della penisola, per la varietà dei paesaggi, per l’ingente patrimonio storico artistico architettonico e archeologico, per la gastronomia gustosa e la qualità dei prodotti delle campagne. È prima nella produzione di olio e vanta uve da tavola e vini d’eccellenza.

Il Salento, in particolare, è un territorio che corrisponde a circa un terzo dell’intera regione. Occupa grosso modo tutta la penisola meridionale che si protende verso il Mediterraneo, bagnata dal mare Adriatico ad est e dallo Ionio a ovest, che si uniscono davanti al piccolo promontorio del Capo di Leuca.
Storicamente e linguisticamente è un’area di spiccata omogeneità, d’altra parte è stata indicata fino al tempo dei Borboni come Terra d’Otranto, assorbendo tutta l’attuale provincia di Lecce e gran parte di quelle di Brindisi e di Taranto.

Un paradiso, sotto tanti aspetti. Ma è un  paradiso destinato a scomparire, almeno come litorale costiero. Non subito, però, niente paura. Avverrà tra cinque milioni di anni, secondo le previsioni di Alfonso Bosellini, autorità indiscussa nel campo degli studi geologici, come sottolinea il prof. Margiotta.

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Tra “solo” 500 decimillenni, la deriva dei continenti, col progressivo avvicinamento di Africa ed Europa, restringerà il mare Adriatico, fino a risucchiarlo, per fare posto a una territorio montuoso.
Non si distingueranno più una costa adriatica italiana ed una balcanica, l’Italia si congiungerà alla Croazia, al Montenegro, all’Albania e alla Grecia.

Resta da vedere se le cose andranno realmente così ma, soprattutto, se l’uomo sarà spettatore di tali cambiamenti o se non si sarà estinto, nel frattempo, osserva correttamente Margiotta. In più, l’avvicinamento non  avverrà senza sommovimenti tellurici rovinosi. In ogni caso, è un altro discorso.

Infatti, non deve portare fuori strada questo sguardo verso l’estremo futuro, tutt’altro che rassicurante. Lo stesso autore segnala che il suo lavoro si rivolge necessariamente al passato. È una lettura geologica del paesaggio del Salento, che vuole riprendere, classificare e proporre gli eventi tettonici (la tettonica studia i cambiamenti della superficie terrestre) che l’hanno modellato come possiamo ammirarlo oggi. Pertanto, gli itinerari proposti consentono l’osservazione di paesaggi di particolare interesse geologico.

La lettura è resa ancora più agevole dalla divisione del volume in nove capitoli, cinque dei quali dedicati alle diverse ere geologiche: Cretaceo, da 145 a 66 milioni di anni fa; Paleocene-Oligocene, da 66 a 23 milioni di anni fa; Miocene, da 23 a 5,3 milioni di anni fa; Pliocene, da 5,3 a 2,58 milioni d’anni fa; Quaternario, da 2,58 milioni d’anni fa ad oggi.

Per ogni capitolo sono descritti percorsi che riguardano il tema affrontato. Ovviamente si tratta di una semplificazione, perchè i paesaggi non sono mai il risultato di un unico processo e si sviluppano in tempi geologici non così nettamente distinti.

Stefano Margiotta, dottore di ricerca in Scienze della Terra, ricercatore di paesaggi geologici, è autore di oltre un centinaio di pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali. Divulgatore scientifico, incaricato della docenza di vari corsi di geologia stratigrafica e ambientale presso l’Università del Salento, è anche divulgatore in trasmissioni televisive. Ha condotto ricerche in vari paesi del bacino del Mediterraneo applicando tecnologie innovative, specializzandosi nel recupero e valorizzazione di paesaggi degradati e partecipando alla redazione di progetti di ingegneria edile, marittima e naturalistica strategici per lo sviluppo dei territori .

Autore: FeL

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