Augustus, il romanzo storico di John E. Williams
“Augustus” di John E. Williams è il romanzo storico pubblicato dall’autore nel 1972, vincitore del National Book Award e considerato un capolavoro nel suo genere, alla stregua degli altri romanzi di livello, quali “Io, Claudio” di Robert Graves e “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar.
Ottaviano Augusto
Le pagine di questo romanzo raccontano la vita di Ottaviano, nipote di Giulio Cesare, che in seguito all’assassinio del grande condottiero, a soli diciotto anni si ritroverà a dover affrontare il caos e la corruzione della Roma di quel periodo. Le sue enormi doti politiche e militari gli permetteranno di farsi spazio tra le trame infide di uomini e generali e di trasformare completamente la società romana, meritando il titolo di Augusto, padre del Grande Impero Romano.
La Storia di Augusto viene raccontata nel libro da più voci, sotto forma di lettere, dispacci o diari immaginari, con modalità semplici e un linguaggio sempre scorrevole.
Le varie testimonianze scritte delineano man mano la figura dell’Imperatore, descrivendone le gesta, le motivazioni e il carattere: una carrellata di figure, alcune celebri, alcune inventate, che parlando di sé e delle proprie relazioni con l’Imperatore, tessono sul telaio della storia, la trama fitta della vita di questo personaggio. Ognuno racconta a suo modo, a seconda del calibro e della propria personalità: Cicerone, Marco Antonio, Agrippa, Tiberio, Tito Livio, Ovidio, Orazio, ognuno di loro ha qualcosa da dire e lo fa in forma scritta, permettendo al lettore di entrare anche nella dimensione privata di Augusto e della sua era.
Un po’ di critica per “Augustus”…
Il Los Angeles Times ha definito “Augustus” un capolavoro, confermato da The New York Times, che esalta la narrativa avvincente di quest’opera.
In realtà, per conto mio, di John E. Williams ho apprezzato altri due romanzi, che considero due grandi capolavori: “Stoner” e “Butcher’s Crossing”, che mi hanno decisamente appassionato ed emozionato.
Due libri talvolta commoventi che hanno raccontato storie differenti ma comunque ricche di sentimento e di umanità. Storie costruite attraverso una narrativa coinvolgente e struggente che ti lasciava davvero qualcosa dentro.
Non posso, invece, dire di aver provato le stesse sensazioni leggendo “Augustus“, un bel libro senza ombra di dubbio ma che, a mio avviso, non riesce a confermare il grado di coinvolgimento e originalità degli altri titoli.
Non me ne vogliano i tanti lettori che hanno giudicato “Augustus” un capolavoro storico-letterario, ma, al contrario, io l’ho trovato un po’ noioso e lento, privo di quelle caratteriste narrative ed emozionali che contraddistinguono, invece, le altre sue opere più famose.
Ovviamente John E. Williams resta un autore dalle enormi doti d’analisi e di critica e lo dimostra pienamente nella parte di questo volume in cui affronta la corruzione e la crisi della società romana. Si vedono tutte le capacità acute dello scrittore nell’indagare, anche psicologicamente, i protagonisti del potere romano, in una ricostruzione storica puntuale e azzeccata che, purtroppo, ricorda troppo spesso la nostra realtà contemporanea. Nella sua descrizione, spietata e crudele, di quella politica romana figlia dell’uccisione di Giulio Cesare, l’autore non riesce a trasmettere tuttavia quelle sensazioni forti che, nei precedenti lavori, rendevano la trama appassionata e trascinante.
Pertanto Augustus è un libro piacevole, scorrevole, ma non rappresenta il vero John E. Williams.
Per capire le grandi capacità narrative di questo autore americano,mi ripeto, consiglio “Stoner” e “Butcher’s Crossing”, in grado di stupire ed appassionare. “Augustus” appartiene,certamente, a una tipologia storico narrativa molto interessante ma incomprensibilmente fatta propria da questo grande autore.
Giannandrea Mencini
@gmencini1