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Stregata di Sylvia Day

Stregata di Sylvia DaySesso e magia

Sono questi gli ingredienti del libro “Stregata” di Sylvia Day (traduzione a cura di Giorgia Lucchi ed edito da Harlequin Mondadori) un romanzo composto da tre novelle auto concludenti, legate tra loro dagli stessi protagonisti.
Ora, cercare di spiegare il senso del libro, mi è un po’ difficile.
Non è arroganza, è che proprio per le prime due novelle non mi è stato chiaro ciò che leggevo. Ad una prima lettura, si può pensare ad una prima lettura di trovarsi in un libro alla The Vampiries Diaries o in un telefilm tipo Streghe o Merlin, dove amore e passione, intrighi e complotti si mescolano a esseri sovrannaturali dotati di magiche capacità. Il filo conduttore è questo, ma lo svolgimento della storia non è poi così chiaro.

La trama di “Stregata”

C’è lei, Victoria, un Famiglio (un essere in grado di assumere, nella sua forma magica le sembianze di un gatto nero dal pelo lucido e dagli occhi smeraldo) e lui, Max (uno Stregone, particolarmente dotato….in tutti i sensi).

Victoria dovrebbe essere ciò che per noi, umili umani, rappresentano i gatti: creature dipendenti da noi, che hanno bisogno di cure, coccole, attenzioni e cibo. Dico che “dovrebbe” perché il suo precedente padrone, in punto di morte le ha fatto dono dei propri poteri, facendo di Victoria un essere alquanto speciale, unico nel suo genere. La sua singolarità spinge il Sommo Consiglio a temerla, tanto da inviare sulle sue stracce vari Stregoni che la nostra gattina riesce puntualmente a mettere fuorigioco con poche mosse sexy e seducenti.
Almeno fino a quando arriva Max.
Lui è diverso: è un cacciatore potente e terribilmente sexy. Non impiegherà molto a soggiogare Victoria e a metterle il collare di sottomissione. Con lei scopre che il sesso, il mezzo usato per la sottomissione e per potenziare la propria magia, lo rende ancora più forte del previsto. Il rapporto speciale che si è creato tra i due, però, spinge Max a ribellarsi al Sommo Consiglio e a dichiarare la sua reciproca possessione nei confronti della micia addomesticata. Per la prima volta (per Victoria dopo la morte di Darius, per Max in assoluto) scoprono l’amore e la totale dedizione; così facendo riapparire il collare di sottomissione tanto temuto e rinnegato da Victoria, tale è il desiderio che li spinge l’uno tra le braccia dell’altra.

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Un po’ di critica…

Ora, detta così, la storia di “Stregata” sembrerebbe anche carina, ma assume quel pizzico di intrigo solo nella terza novella, quando compare una strega molto amica di Max che mina il rapporto con il famiglio e che mette quel pepe (la gelosia) che rende ogni storia sempre un po’ più gustosa e stuzzicante.

Non posso dire che questo libro non mi sia piaciuto; credo, però, che alcuni tratti della storia dovevano essere approfonditi, magari depurando il romanzo da alcune ripetitività che lo appesantiscono di inutilità. Questo di sicuro dipende dal fatto che inizialmente le tre novelle, Una Magia Familiare, La Vecchia Magia Nera, La Donna Della Magia Nera, erano separate, per essere accorpate solo in un momento successivo, tant’è che nel romanzo sono presenti due epiloghi, ma, allora, perché non fare un riadattamento?

Inizi la lettura con tante domande e, sinceramente, la termini con altrettante: il finale non migliora un granché, lasciando delle storie lasciate in sospeso.
Un vero peccato perché poteva essere davvero una storia intrigante.

Autore: Samanta Di Giorgio

Originaria di un paesino della Basilicata. Ho scoperto il piacere della lettura tardi e, combattuta tra cartaceo e digitale, amo i romanzi rosa da batticuore, i thriller che mozzano il fiato, gli horror che tolgono il sonno, i fantasy e le graphic novel che mi risvegliano la creatività, e i classici, che reputo indispensabili.

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