“Da qualche parte nel mondo”, il primo romanzo della blogger Chiara Cecilia Santamaria
Mentre Lara diventa un’ombra controluce e poi sparisce dentro un vicolo si chiede come una ragazza così distante dalla felicità sia per lui la prova che la felicità possa esistere davvero, da qualche parte nel mondo.
Da qualche parte nel mondo è un romanzo che mi ha lasciato molte domande. Intenso e coraggioso, è un libro che ho divorato in un paio di giorni e che mi ha messo di fronte ad una verità troppo spesso dimenticata: fidarci di noi stessi è, al tempo stesso, la cosa più bella e difficile da fare. Da qualche parte nel mondo è il primo romanzo della blogger italiana Chiara Cecilia Santamaria (il suo blog machedavvero.it è uno dei più letti della rete), uscito il 17 settembre. Si tratta di un romanzo, dicevo, coraggioso, perché credo metta il lettore di fronte a tante domande su se stessi. La storia è quella di Lara, una ragazza complessa, insicura e oserei dire anche infelice, che si porta sulle spalle un’infanzia difficile: il padre abbandona la famiglia quando lei era solo una bambina e la madre, nel tentativo di garantire un futuro alla figlia, commette lo sbaglio più grande che un genitore possa commettere ossia avere la presunzione di sapere cos’è meglio per il proprio figlio. Lara cresce succube della madre ma il punto di svolta nella sua vita arriva proprio nel momento in cui decide di fidarsi di se stessa e di rischiare. La ragazza, infatti, ha un grande talento artistico che le permette di trasferirsi da Roma a Londra nel tentativo di realizzare i suoi sogni.
«Ricordati chi vuoi essere» sussurra, «comportati come la persona che vorresti essere.» «Non lo so chi voglio essere.» «Lo sai. E’ solo molto faticoso diventarlo, e adesso hai troppe cose per le mani. E’ giusto, va bene così.»
Nel corso del romanzo il lettore entra in empatia con la protagonista perché, indipendentemente dal nostro carattere, ognuno di noi ha le proprie insicurezze e le proprie paure. Per Lara arriva il momento in cui non ha più paura di nasconderle. Anzi, al contrario, le affronta tutte, cadendo spesso in un vortice di autodistruzione nella convinzione di non essere abbastanza. Una delle parole che mi ha colpito in questo romanzo è raggiungiti. Credo che l’intero significato del libro sia proprio racchiuso in questa parola. Tutta la storia di Lara è un tentativo, spesso faticoso e distruttivo, di raggiungere se stessa. La grande lezione di vita arriva nel momento in cui Lara si rende conto di essere, sì, tremendamente imperfetta, emotivamente instabile e a volte anche una grande casinista, ma di andare bene esattamente così com’è. Il coraggio sta nel accettarsi per quello che si è e nel farsi guidare dalla vita perché troppo spesso sa solo lei dove portarci.
Sa che ha messo in gioco tutto per avere quel momento, eppure crede che ne sia valsa la pena. Che tutto, in quell’incontro, nel modo in cui si è innamorata di Damiano, è accaduto per condurla fino a quel luogo, dove lei ha visto se stessa.
Al di là della storia e della narrazione, ciò che mi ha colpita di questo romanzo è il messaggio che lancia ai suoi lettori ossia fidarsi di se stessi, cercarsi, rischiare e raggiungersi. Non è quello che dovremmo fare tutti?