Parigi mon amour di Simona Fruzzetti
Ci sono cose che sogniamo fin da piccole. Beh, non proprio tutte le ragazze, ma la maggiorparte di noi lo fa. Sogniamo l’abito bianco! Eh già, quello da sposa. Sogniamo che sia tutto perfetto, che nella chiesa perfettamente addobbata ci sia ad attenderci il nostro fututo marito perfettamente vestito, che la cerimonia sia perfetta per poi concludere con i festeggiamenti (perfetti) in una location semplicemente splendida… e perfetta!
C’è chi lo sogna e basta e chi invece ne è ossessionato. E questo è il caso di Alice. Ve ne ricordate? Prima di Parigi mon amour, l’avevamo già incontrata in Mi piaci ti sposo, sempre per la serie InLove della Piemme. In quell’occasione, dopo aver mandato a monte il matrimonio della sorella (di lui) per aver espresso un sincero parere su quel fidanzato che poteva essergli padre, Alice e Leonardo si lasciano sopraffare dalla passione e iniziano questa storia d’amore che ci porta a questo secondo capitolo.
Conclusosi con una scena in stile Pretty Woman, già mi ero fatta un’idea malsana di Alice. E visto come è andato a finire anche questo romanzo ho capito che per conquistarla bisogna fare i salti mortali e teatralizzare i sentimenti. Un semplice sms, un mazzo di fiori, una telefonata o una scatola di cioccolatini sono gesti troppo grezzi e comuni per far breccia nel cuore sognante di questa ragazza.
Ma procediamo con ordine.
La trama
Per seguire Leonardo (fotografo freelance), Alice parte con lui per un servizio fotografico nella splendida Parigi. Alice inizia a immaginare scenari fabieschi in cui lui le chiederà di diventare sua moglie (come se fosse la regola sposarsi dopo pochi mesi di fidanzamento!). Tutto si sgretola quando, acciderbolina!, compare nella capitale francese la sua ex, Bianca, decisa a riprendersi quel simpaticone di Leo. Le scene che si sussuegono a seguito di questa rovinosa scoperta mi hanno fatto venir voglia di entrare nel romanzo per andare a prendere a schiaffi Alice e darle una bella scrollata, per farla svegliare da quella nuvola di fantasia in cui vive; e testate a Leonardo, per l’arroganza che esterna, come se a lui tutto fosse dovuto. Poi parla bene lui: se davvero voleva essere sincero, le avrebbe detto dei messaggi non appena arrivato il primo!
La critica
Questo è un romanzo, Parigi mon amour, adatto solo a chi ha un tasso glicemico veramente basso e denti super sani, perché è tutto estremamente smielato. Se siete un po’ ciniche o se vi siete rese conto che le manifestazioni d’affetto fatte da altre persone in pubblico vi urtano, ecco passate a qualche poliziesco o a un thriller. Resta comunque una lettura piacevole per questa estate ormai agli sgoccioli. È così scorrevole che si legge in un sol fiato, quindi fate in tempo per l’ultima tintarella.
Simpatico sì, ma ho trovato decisamente più divertente e spassoso Mi piaci ti sposo, forse perchè è stata la prima volta in cui avevo a che fare con l’irruenza di Alice e la sua spontanea vivacità. Invece in questo secondo romanzo è stato tutto troppo forzatamente esasperato. Poi la scena finale è stata alquanto surreale, ma a quanto pare la Fruzzetti ha preso spunto, anzi ha riportato tutto basandosi su una “storia vera” alla quale ha assitito. E con ciò mi domando: se avesse usato la sua fantasia (anzicché attenersi a fatti realmente accaduti) non avrebbe saputo concepire forse un finale migliore?
Abbiamo preso parte al loro incontro, abbiamo assistito alla riconciliazione e sicuramente la Fruzzetti non mancherà di farci partecipe dell’incoronamento del loro amore.
Settembre 5, 2015
Grazie della recensione al mio libro, metterò questo link sulla pagina del blog inerente al romanzo.