“Quaderni 2015 dell’Orazio Flacco” nuova uscita della rivista dello storico liceo classico barese
Il liceo-ginnasio statale “Quinto Orazio Flacco” di Bari è un istituto classico storico, uno dei più importanti centri di formazione della classe dirigente meridionale della seconda metà del 1900, l’istituto dove hanno insegnato tra gli altri Fabrizio Canfora e Rosa Cifarelli, Michele D’Erasmo, Raffaele Perna. Nato alla fine degli anni Trenta, intitolato al medico e patriota giacobino “Domenico Cirillo”, poi al poeta latino di Venosa, del primo secolo a.C., è stato da allora una delle principali “fucine” degli intellettuali del Sud e di gran lunga la principale tra le scuole pubbliche superiori in Puglia, che hanno allevato i pugliesi più laici, liberi e creativi.
Un classico all’avanguardia, non solo per aver “covato” i leader del movimento studentesco barese, dal ’68 in poi, quanto anche nella costanza con cui il suo corpo docente ha ripreso e mantiene con costanza annuale la tradizione di pubblicare un volume di quaderni monografici, su argomenti che spaziano dalle lettere classiche a temi scientifici. La pubblicazione, avviata nei primi anni ’80, venne interrotta dopo quattro uscite, ma è stata ripresa cinque anni fa, su iniziativa del preside Antonio D’Itollo, che firma anche la più recente edizione dei Quaderni 2015 dell’Orazio Flacco, volume di 248 pagine, sempre per tipi Levante Bari (20 euro).
Guardando a questo liceo e alle numerose e sempre affezionate generazioni di studenti che hanno trascorso cinque anni tra le mura solide – i soffitti un po’ meno – dell’edificio di via Pizzoli-Lungomare, la cosa che colpisce è l’abitudine di chiamare “Flacco” il liceo e non “Orazio”, come si sarebbe dovuto. Sembra, quasi, che la storica scuola non sia dedicata al poeta del “Carpe diem” e delle “Odi”, ma ad altro letterato di età romana. Invece è proprio Orazio, ma un vezzo inveterato – e comunque simpatico – ha fin dall’inizio caratterizzato in maniera così originale tanto l’istituto, che i docenti e i discenti, “Flacchisti” gli uni e gli altri. Guai a cambiare in Orazio, perciò. Del resto, potrebbe mai azzardarsi a semplificare in “Nasone” un liceo dedicato a “Publio Ovidio Nasone” o in “Marone” quelli intitolati a “Publio Virgilio Marone”. Ma, dopotutto , non si è mai sentito chiamare tout court Valerio il grande Catullo (Gaio Valerio Catullo), tantomeno Anneo il drammaturgo e retore Lucio Anneo Seneca. Per non dire di Cicerone: per brevità si è mai sentito nominare forse “Tullio”? Stai a vedere che nella gran confusione tra praenomen, nomen, cognomen dell’onomastica latina, alla fine diventa corretto il patronimico Flacco e sbagliata la dizione Orazio.
Questioni trascurabili, comunque, più curiose che importanti, evidentemente. E non è certo su queste note di colore, infatti, che si sofferma una pubblicazione seria come i “Quaderni”.
Nel quinto numero trovano spazio tre contributi che completano la ricostruzione della vicende del Flacco, avviata da docenti e studenti in occasione dell’ottantesimo anniversario di edificazione. Un testo è dedicato alla mostra documentaria permanente inaugurata nel maggio 2014, con diverse sezioni: Il fascismo e il Liceo (1933-34), L’intitolazione dell’edificio (1935-36), Leggi razziali (1938-39) e il Liceo, La vita scolastica dell’epoca.
nota il preside D’Itollo.
Di rilievo, la documentazione relativa alle leggi razziali (che portò all’epurazione di pur validi docenti), compreso il censimento del personale scolastico e degli studenti appartenenti alla razza ebraica. Curiosi i filmati che propongono la popolazione scolastica, docente e discente, adunata in divisa grigia e nera d’orbace. Non mancano gare ginniche e gite a Roma, dal Duce, oltre ai testi che dimostrano l’influenza dell’ideologia fascista nella vita scolastica di tutti i giorni.
Significativi per gli studenti Flacchisti di oggi i risultati del Test nazionale INVALSI 2014, che collocano l’apprendimento nell’Orazio Flacco di Bari ben al di sopra della media italiana. Nelle materie letterarie, l’asticella tocca il 76,2%, risultato di eccellenza, come quello fatto registrare negli anni precedenti. Per fare un utile raffronto, la media di tutte le scuole del Sud si ferma al 58%, quella pugliese al 59%, quella in tutta Italia al 62%.