Canto di Natale 2020 di Tom Breakwater
È interessante come l’autore di Canto di Natale 2020 rielabori il romanzo di Dickens trasportandolo ai giorni d’oggi, in una società diversa da quella neoindustriale inglese, ma ancor più disincantata e dura, dove il relativismo valoriale e l’incertezza permeano la vita di ognuno. È in questo quadro che si inserisce il protagonista Jack, “il valido Jack”, un uomo che ha tutto ciò che si possa desiderare nella vita: ha ereditato una fruttuosa attività di gestione di un sito di incoming e riesce molto bene nel suo lavoro, grazie alla sua capacità di “volgere ogni situazione a proprio favore e saper trattare con la gente”, deve “soltanto portare un contratto da firmare e concordare una percentuale”, e nonostante i notevoli profitti, è solito applicare percentuali esose e mettere alla porta i pochi clienti che si azzardano a chiedere uno sconto. Tutto questo lo deve all’amico Tom che lo assunse come socio dell’attività prima di morire annegato in un tragico incidente di cui solo Jack fu testimone.
Egli ora è capo di un’azienda efficientissima, ricco e potente, ma fondamentalmente solo; la gente lo considera di buona compagnia per una serata allegra ma nulla di più, dato che ha la fama di essere “uno squalo e un avvoltoio”, una persona che strumentalizza l’altro per ottenere ciò che desidera e ci riesce sempre grazie al suo fascino e la sua seduttività : è sempre circondato da donne ammaliate dal suo sorriso da “figlio di puttana” e dalla sua capacità di raccontare storie intriganti e spettacolari, oltre che dal suo aspetto giovanile e bello nonostante i quarant’anni di età. Jack sembra felice e appagato dalla propria vita agli occhi degli altri, si sforza di esserlo realmente mentendo a se stesso, indossando quotidianamente una maschera che cela la propria inquieta solitudine e gli oscuri segreti che egli cerca di annegare nell’alcool.
Ma la notte prima della vigilia di Natale, il suo passato torna a fargli visita per metterlo di fronte alla realtà e risvegliare la sua coscienza.
È l’antivigilia e Jack decide di ubriacarsi come fa abitualmente quando passa le serate solo nella sua bellissima casa, ma ecco che improvvisamente ha la vivida impressione di trovarsi di fronte Emily, la sua donna di molto tempo prima data per scomparsa; è come se stesse rivivendo una scena di tempo addietro in cui lei lo sta lasciando, ha capito che tipo di uomo è realmente, ha frantumato in pezzi la maschera che lo nasconde rivelando un essere meschino, vanitoso, superficiale e narcisista, che è capace solo di far soffrire gli altri. Jack rimane molto turbato da questa che lui vuole convincersi sia un’allucinazione, e la mattina dopo è ancora più confuso e contrariato: è la vigilia di Natale, un periodo odioso in cui la gente è allegra e festosa senza un apparente motivo, un giorno come un altro a parer suo.
Mentre si avvia per andare in ufficio, rimane colpito da una giovane coppia che passeggia sorridente e spensierata con tre bambini, “la famiglia felice”, e scopre che il padre è senza lavoro a causa sua, poiché aveva rotto il contratto con un cliente proprietario di un ristorante dato che aveva chiesto uno sconto, e dunque quest’ultimo era stato costretto a ridurre il personale per poter pagare il proprio debito. Una volta entrato in azienda, Jack cerca di darsi un contegno, ma il fantasma della voce dell’amico Tom lo perseguita anche qui: cerca di annebbiare i propri turbamenti nell’alcool, questa volta senza successo.
Dopo il lavoro esce in strada e tenta di darsi nuovamente un tono e di comportarsi normalmente facendo acquisti, entra in un negozio e compra dei giocattoli fingendo che siano per i suoi nipoti, ma in realtà sta pensando ancora alla “famiglia felice” e a tutti i giocattoli che il padre non avrebbe potuto regalare ai propri figli per colpa sua. Sono solo le tre e quaranta del pomeriggio, ma Jack non sa come impiegare il proprio tempo: il pensiero di passare la notte di Natale da solo lo terrorizza, ma questa volta non ha scelta, non può scappare come gli ricorda la voce di Tom che non lo lascia mai in pace.
Decide quindi di entrare in un bar per fuggire “dai suoi fantasmi” e ordina un negroni al banco, “con l’aria di chi si aspetta che tu inizi subito a prepararlo, che tu sia bravo e veloce”; il barista, Stan, lo accontenta subito e non lo fa nemmeno pagare, mostrandosi particolarmente affabile e interessato al proprio cliente. Infatti nota immediatamente il tormento di Jack, e in modo accogliente e comprensivo cerca di aiutarlo a trovare un senso a ciò che gli sta accadendo: in un breve dialogo, ma molto intenso, Stan suggerisce a Jack che esiste per tutti una seconda possibilità, che “il dopo è da scrivere” e che per ripartire non è necessario “aver chiuso tutti i conti”, ma ognuno si porta dietro le proprie cicatrici. E soprattutto è normale aver paura, ma essa “non passa se non l’affronti, rimane lì, anzi cresce”.
Ora Jack è rasserenato, ringrazia Stan e si avvia verso l’uscita, ma confuso e sgomento si rende conto che in realtà stava parlando da solo, dietro al bancone non c’è nessuno, e nessuna delle persone al bar sembra aver fatto caso prima alla presenza di Stan; qualcosa si sta muovendo dentro di lui, ora ha capito, sa cosa deve fare, e si dirige al ristorante di Ryan per scusarsi e rimetterlo come proprio cliente cancellandogli il suo debito. Subito dopo, Jack torna al negozio di giocattoli e chiede a Gorge, il fidanzato della giovane ragazza che lavora lì, di consegnare i giochi che aveva comprato a casa della “famiglia felice”; in cambio acquista un bellissimo e costosissimo anello che il ragazzo vuole regalare alla sua fidanzata, ma che non può permettersi.
Ormai si è fatto buio e la voce di Tom si fa nuovamente sentire: questa volta Jack non ha paura, “anzi sorride”. Si incammina verso l’azienda ed entra nel suo ufficio con il fantasma dell’amico lì ad aspettarlo; manca ancora questo conto da chiudere per arrivare a fine corsa. Tom lo trasporta nel passato, al drammatico momento in cui stanno passeggiando ubriachi intorno ad uno dei canali di Amsterdam, quando Tom cade in acqua perdendo l’equilibrio a causa di una stupida sfida: Jack gli porge la mano, ma l’amico non riesce ad afferrarla e continua ad annaspare e gridare aiuto, ma Jack rimane immobile a fissarlo, non si butta in acqua a salvarlo finché Tom annega.
Viene riportato alla realtà, ora è di nuovo nel suo ufficio in lacrime, il fantasma dell’amico è sparito dicendogli addio.
Jack è pronto adesso, sa cosa fare: chiama la sua segretaria Chloe, l’unica persona di cui si fida ciecamente e che ha mostrato di tenere davvero a lui. Le affida l’azienda e la congeda ringraziandola, raccogliendo con un dito una lacrima che le sfugge, dicendole che l’avrebbe portata sempre con lui.
È giunto alla fine, questo è il momento di liberare definitivamente la coscienza e di ritrovare la pace: Jack si dirige verso il commissariato. Confessa l’omicidio di Emily, forse l’unica donna che abbia mai amato, e l’omissione di soccorso di Tom.
Ora i fantasmi del passato sono dissolti per sempre, Jack ha scelto di darsi una seconda possibilità, può finalmente ricominciare e provare ad essere felice davvero.