La sposa giovane di Alessandro Baricco. L’arte di saper aspettare
È praticamente da sempre che Alessandro Baricco ci ha abituato alle trame intricate dei suoi romanzi, nelle quali restiamo impigliati e dalle quali, inaspettatamente, finiamo per esserne travolti, trascinati da una costruzione elegante che non è frutto del caso e da frasi che colpiscono senza lasciare indifferenti. È soprattutto a questo che Baricco ci ha abituati, alla potenza delle parole, che creano in ognuno di noi un percorso interiore, capace di scavare nelle profondità del nostro essere.
È quello che succede anche questa volta ne La Sposa giovane, una storia che, all’inizio, può sembrarci surreale, ma che, alla fine, arriviamo ad amare.
La trama
Comunque fosse, lei ora era lì, venuta da molto lontano per una ragione precisa, sposare il Figlio. Solo che il Figlio non c’era. Era partito per l’Inghilterra tempo prima e avrebbe dovuto far ritorno proprio per questo, ma di lui si erano perse le tracce. Quel che lentamente tornava indietro erano le sue cose, che sembravano annunciare il suo imminente ritorno, ma che, invece, servivano soltanto ad occupare lo spazio lasciato vuoto della grande casa e del cuore.
Ad accoglierla al suo arrivo, c’erano però tutti gli altri… Modesto, il maggiordomo che con assoluta precisione ed eleganza, scandisce il tempo delle giornate… il Padre, uomo benevolo dal cuore fragile… la Madre, di una bellezza da lasciare senza fiato… la Figlia, affascinante ma storpia… e lo Zio, schiavo di un sonno profondo che lo fa dormire ininterrottamente da sempre.
Nessun nome, nessuna età. Ma ognuno di loro caratterizzato da una personalità diversissima e molto forte. Ma soprattutto, ognuno di loro, portatore di una Storia pronta per essere consegnata alla sposa giovane, la quale la custodirà e ne farà tesoro, riuscendo così a ritrovare se stessa e a sentirsi, finalmente, viva.
La cosa che accomuna tutti è una grande paura, quella della notte, che viene vissuta un po’ come la morte… e, non a caso, è proprio durante le ore notturne che gli uomini e le donne della loro famiglia, hanno continuato a morire. Un’ansia e una trepidazione che sono direttamente proporzionali alla gioia e alla pienezza di vita che caratterizza il risveglio e, in particolar modo, le colazioni, le quali rappresentano l’unica grande occupazione della giornata.
È tra le mura della casa che proteggono questa strampalata famiglia che anche noi veniamo improvvisamente catapultati; vivendo le stesse sensazioni dei protagonisti, che a volte, sembrano sfuggire alla penna, per raccontare il non raccontabile, che noi siamo pronti ad ascoltare.
La critica
Alessandro Baricco ne La sposa giovane, sconvolge tutti con un ritmo che dapprima può spaventare, ma nel quale, poi, riusciamo perfettamente ad inserirci, permettendoci di passare con facilità tra il gioco dell’alternanza delle voci narranti, riuscendo anche a scorgere, nascosti tra le righe del testo, i pensieri di colui che scrive.
Un romanzo che sorprende, ma che non delude e che, forse più di tutto, ci insegna l’arte del saper aspettare quello che veramente vogliamo, con passione e desiderio.