Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli
Potremmo definire Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli come un romanzo di formazione, un bildungsroman, nel senso più classico del termine: la storia dell’evoluzione del protagonista, dalla giovinezza alla maturità. L’autore suddivide il libro in diverse parti, ciascuna avente per oggetto una particolare fase del percorso che conduce il suo personaggio verso la vecchiaia: infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità, adultità. Poi c’è un’ultima parte, intitolata emblematicamente “nascita”: perché fa parte del grande cerchio della vita morire e poi rinascere, nel corpo e nell’anima.
La trama
Libero Marsell inizia a raccontarci la sua vita all’età di dodici anni e un mese. Non più bambino, non ancora uomo, scopre gli istinti che lo conducono al piacere; prima in rigorosa solitudine e poi, com’è normale che accada, condivisi con il mondo femminile. Nel frattempo il mondo intorno a lui si evolve: i genitori si separano e Libero deve imparare a fare i conti con se stesso, creandosi una vita che senta sua in una città che non gli appartiene.
Parigi è infatti la sua città adottiva, mentre l’Italia è la sua patria natìa; e se in un primo momento crede di trovare in Francia tutto quello che lo fa stare bene, cioè un amore e degli amici sinceri, quando la sua storia finisce crede di poterne cancellare il ricordo cambiando paese e abitudini. Ma ovviamente non funziona in questo modo. In Italia Libero continua a cercare il fantasma del suo amore ovunque, concedendosi sessualmente ad ogni donna che crede possa alleviare la sua solitudine. Fino a quando non capisce che solo smettendo di cercare le ombre del passato potrà fare spazio al futuro, ed iniziare ad onorare il nome che suo padre ha scelto per lui.
La critica a Atti osceni in luogo privato
La storia di Libero Marsell ne Atti osceni in luogo privato è la storia di un ragazzo come tanti, che deve fare i conti con le tristezze della vita per diventare grande. Quello che costituisce, a mio parere, il punto di forza della narrazione in questo libro, è la narrazione stessa. La scrittura precisa, puntuale, quasi chirurgica di Missiroli, conferisce al romanzo una veridicità non comune. Né una parola di troppo né una di meno; solo l’indispensabile per la comprensione degli avvenimenti narrati. Elemento da non sottovalutare: la grande cultura che l’autore trasmette al lettore.
Libero cresce con i libri, grazie ai libri, e alle vite degli altri che gli insegnano come vivere la sua. Predilige Camus e il suo “Lo straniero”, perché un filo invisibile lega la sua esistenza a quella dello scrittore francese; ma tanti altri sono i libri da lui letti e quindi interiorizzati e quindi illustrati anche a noi “lettori del lettore”.
Infine, l’elemento centrale della narrazione, ripreso anche dal titolo: la sessualità. Presente sin dalla prima pagina del romanzo, va via via dissolvendosi negli anni di maturità di Libero, dopo aver subito innumerevoli trasformazioni. Da atto consacratorio, accesso privilegiato alla “adultità”, ad atto d’amore, ad atto liberatorio, a ricerca spasmodica del piacere finalizzata a se stessa, l’atto sessuale diviene infine celebrazione del corpo umano, contemplazione ed impotenza di fronte al miracolo della vita. Miracolo che libero sperimenta in prima persona, nel quale egli riesce finalmente a sentirsi realizzato e a godere di quell’appagamento fisico e spirituale al quale da sempre ha anelato.