Avrò cura di te, di Gramellini e Gamberale
Nei momenti di disperazione cosa si fa? Qualcuno prega, qualcuno bestemmia, qualcun’altro piange fino allo svenimento e qualcun’altro ancora si distrae con facili dipendenze a droghe, a nuovi hobby o a nuove persone. Poi c’è chi scrive agli angeli. Questo si sono inventati Massimo Gramellini, conosciuto come giornalista e scrittore sennonché ultimamente come personaggio televisivo con le sue apparizioni a Che tempo che fa in onda su Rai3, e Chiara Gamberale, scrittrice di larga fama fra gli intenditori e meno. Gamberale interpreta Gioconda (detta Giò), Gramellini è l’angelo Filomène. Giò e Filomène sono i protagonisti di Avrò cura di te (Longanesi, pp. 192, €16.00).
Gioconda è un’insegnante di italiano di trentasei anni, è stata da poco lasciata dal marito, motivo per cui si trasferisce a casa della nonna defunta. Qui prende avvio tutta la storia: Giò trova un biglietto della nonna destinato a un angelo. Prova anche lei questo tipo di corrispondenza: non si sa mai, bisogna sempre essere aperti a nuove amicizie ed esperienze.
L’angelo risponde e decide di proteggere e accompagnare Giò nel suo cammino di salvezza. Giò sta messa male, è ancora innamorata di Leonardo, il marito, ma sa di aver sbagliato e di non poterlo più avere tra le sue braccia. Leonardo sembra essere la sua unica ragione di vita da quando non è più parte di lei. Ma una storia d’amore in frantumi è un’occasione in più per ricostruirsi. Questo fa Filomène: consiglia a Gioconda la dritta via che porta a riscoprirsi, ad accettarsi e migliorarsi.
La scrittura di Gamberale e Gramellini è apprezzabile, scorre e non fa intoppi ma delude la trama e, a volte, il tono saccente di Filoméne. Adorare Giò, invece, è cosa semplice: è così imperfetta e nociva a se stessa e agli altri che rispecchiarsi in lei risulta non certo un’impresa. Volendo zoomare su di lei, si riporta questo passo:
Ecco la riposta dall’alto, che proprio non si sopporta:
Parole, queste, drammatiche, romantiche che non c’entrano nulla con la confusione postmoderna di Giò.
Perché la trama delude? Perché dopo tanta crescita personale ogni cosa si risolve in modo ipocrita, e gli intrecci tra i personaggi sono essi stessi frutto di tradimenti e falsità, nonostante tutto sembri splendere di amore eterno.
Un libro da leggere Avrò cura di te, ma il merito potrebbe andare solo a uno dei due.