Panem et Circenses, intervista all’autore Giorgio Franchetti
Dopo aver recensito il suo saggio Panem et Circenses. Vita e morte nell’arena, intervistiamo Giorgio Franchetti, presidente dell’Associazione culturale S.P.Q.R. di Roma. Lasciamo a lui la parola.
Lo spiega fin dall’inizio del suo saggio Panem et Circenses, ma è probabile che anche i nostri lettori si siano chiesti “Perché un altro saggio sui gladiatori? Non era meglio un romanzo?”. Ci parli di questa sua decisione.
Sono stato praticamente costretto. Si continua a fare disinformazione con film che trattano argomenti storici e sono pieni di errori, a volte madornali. È bene ricordarlo, a tutela del cinema: un film, anche un film storico, può non contenere necessariamente informazioni storiche perché si pone l’obiettivo di raccontare una storia, ma non necessariamente LA storia. Perché non è un documentario. Purtroppo chi va al cinema spesso non riflette su questo punto e quindi tende a prendere per buone le cose che vede nei film, e considerarle “storiche”. Questa è disinformazione. E questa disinformazione si diffonde a tappeto perché vedere un film è molto meno impegnativo che leggere un libro, figuriamoci un saggio. Quindi ci saranno molte più persone che saranno “disinformate” piuttosto di quelle “informate”. Per questo ho preferito non scrivere un romanzo, non volevo che il pubblico fosse “distratto” dalla storia principale, spesso di fantasia; e sperare che notasse magari la trama storica sul quale la storia si muoveva. Sarebbe stata una speranza appesa a un filo. No. Ho preferito scrivere un saggio che addrizzasse le storpiature del cinema e proponesse, spesso con una narrazione semplice, quasi da “da romanzo”, una serie di informazioni scientifiche corrette; per raccontare finalmente questo fenomeno nella maniera giusta. Inoltre il vantaggio di questo libro è che chi lo legge trae una sufficiente conoscenza scientifica del fenomeno senza dover consultare o acquistare decine e decine di testi, antichi e moderni, in italiano e in tante altre lingue, come invece ho fatto io per documentare le mie affermazioni.
Quanto sono state importanti le ricostruzioni storiche realizzate con la sua Associazione culturale S.P.Q.R. per la realizzazione dell’opera? Si può dire che l’abbiano in un certo qual modo ispirata?
Sicuramente. Tutta la parte finale del libro, quella dove parlo della ricostruzione che facciamo oggi delle classi gladiatorie, e quindi la sperimentazione vivente di come potevano combattere questi atleti del passato (mancando testi e fonti descrittive dell’epoca), affonda completamente nelle esperienze vissute da me e dai componenti della nostra moderna Scuola di Gladiatura di Roma “LVDVS MAGNVS”, perché vestire quelle armature, calarsi in quegli elmi e muoversi fa scoprire cose che non si leggerebbero mai nei libri di storia, solo perché nessuno si è mai calato prima in quei panni. Una vera esperienza di archeologia sperimentale. È vero anche che la sinergia associazione-libro lavora anche al contrario: se è vero che le esperienze maturate in 10 anni di sperimentazione col mio gruppo di combattimenti di gladiatori è servita per la sezione relativa presente nel mio libro, dobbiamo necessariamente sottolineare come la mia esperienza di vita prima della fondazione dell’Associazione sia dovuta interamente agli studi e alle esperienze personali e che hanno contribuito enormemente alla formazione di un gruppo basato sin dall’inizio sulla sola realtà storica, e non sulla fanta-storia.
In qualità di esperto, ha partecipato a numerose collaborazioni di ricostruzioni storiche dell’Antica Roma per documentari sulla tv nazionale ed estera. Cosa direbbe oggi quel bimbo che guardava con occhi sognanti il Ludus Magnus?
Che quell’autobus che mi portava vicino al Colosseo e al Ludus Magnus e sul quale mi incollavo con la faccia al vetro a guardar fuori e dal quale continuamente dovevo spannare il fiato, non è certamente arrivato al capolinea, anzi, la sua corsa è ancora molto lunga; con gli stessi occhi da bambino, oggi a 45 anni, non smetto di meravigliarmi a guardar fuori le meraviglie dal passato che incontro ogni giorno, nei miei viaggi nell’Antica Roma.