Judaica Civitatis Siracusarum
Il saggio Judaica Civitatis Siracusarum. Vita, economia e cultura ebraica nella Siracusa medievale, risultato di una lunga ed accurata ricerca in archivi siciliani e spagnoli, esamina i diversi aspetti della vita delle comunità ebraiche siciliane del Medio Evo, da quello culturale a quello economico e politico.
Le fonti sulla comunità ebraica siracusana ben si prestano a tale tipo di indagine per la ricchezza dei manoscritti e per il loro elevato valore culturale. Essi attestano la presenza e l’integrazione degli ebrei nel tessuto sociale della città di Siracusa, una delle città più colte e ricche dell’isola.
L’epoca meglio documentata è quella del XV secolo, periodo in cui gli ebrei risultano impegnati in varie attività economiche tra le quali emerge quella nel settore del prestito ad interesse e dell’attività bancaria, proprie dei membri dell’oligarchia ebraica siracusana.
Struttura dell’opera
Il lavoro si compone di tre capitoli:
- Profilo storico dell’insediamento ebraico a Siracusa
- La comunità ebraica di Siracusa: aspetti demografici, antropologici, economico-sociali
- Identità culturale e religiosa degli ebrei a Siracusa
completati da un’appendice e da una bibliografia ricchissima; a corredo dell’opera una sezione dedicata ad “Immagini e tavole“.
La lettura de Judaica Civitatis Siracusanum viene facilitata dal glossario; sono stati anche riportati i documenti analizzati nel corso dell’opera nelle loro lingue originali.
Il contenuto
Il libro, come si legge nella prefazione curata da Luciana Pepi, intende colmare una lacuna nella conoscenza della storia delle giudecche siciliane dell’epoca medievale, dovuta soprattutto alla difficoltà di reperire materiali dispersi. Per tale ragione è stato necessario un paziente e lungo lavoro dei ricerca e sistemazione prima di poter procedere all’esame delle fonti.
Ciò nonostante il risultato sta in una pubblicazione pressoché unica nel suo genere che consegna al lettore l’immagine di una “vita ebraica” costellata di difficoltà e segnata dalla discriminazione. Basti pensare alla rotella rossa che i giudei erano obbligati a portare per distinguersi dai cristiani e che era, al contempo, segno della loro infamia e che autorizzava i non-ebrei a disprezzarli e schernirli. L’imperatore Federico II di Svevia aveva stabilito che essa fosse necessaria “contra judeos ut in differentia vestium et gestorum a cristianis discernantur“.
In realtà, gli ebrei si dedicarono anche a ben altre attività, non solo a quelle note del prestito ad interesse, ma anche a quelle di traduttori di opere dal greco, dall’arabo, dal latino e dall’ebraico, offrendo così una visione nuova e poco nota di una comunità verso la quale siamo tutti debitori per il lascito culturale che abbiamo ricevuto.
Note sull’autore
Viviana Mulè, dopo la laurea in Lettere conseguita nel 2002 presso l’Università romana “La Sapienza”, si è diplomata in archivistica, paleografia e diplomatica all’Archivio di Stato di Palermo. Il suo campo di studi di maggior interesse è quello delle comunità ebraiche siciliane. Ha collaborato con archivi spagnoli.
Scheda tecnica
- Autore: Viviana Mulè
- Casa editrice: Officina di studi medievali
- Genere: saggio
- Anno di pubblicazione: 2013
- Prezzo: 15,00 €
- Num. pagine: 241