Intervista a Paola Picasso, autrice di “Una farfalla con un’ala sola”
– La depressione post partum è il problema che affligge Alessandra, la protagonista del romanzo Una farfalla con un’ala sola. Paola Picasso, cosa le ha ispirato la scelta di un argomento così delicato?
Il ripetersi di tragedie che sembrano incomprensibili a molte persone, ma che per chi le vive sono laceranti. Giovani mamme che si sentono incapaci, inadeguate a svolgere un compito vitale come accudire un neonato, crescerlo e proteggerlo, e che a un certo punto preferiscono liberarsi di un fardello che le uccide, uccidendo loro stesse.
– Secondo il suo personale parere, crede che si tratti di un problema abbastanza comune, al giorno d’oggi?
Forse non si tratta di un argomento comune, ma di drammi umani di cui si parla e che lasciano in tutti molta amarezza, soprattutto in chi non ha colto i segnali di allarme.
– Ha già in mente il prossimo tema da affrontare?
Non solo ho in mente il prossimo tema da affrontare. Ho già scritto una buona parte del romanzo che riguarda un argomento delicato e terribile come la pedofilia. La storia non è centrata su questo punto, ma ne costituisce una parte. Oltre a questo, ho altri programmi ma sarebbe troppo lungo elencarli. Il primo che spero si realizzerà presto è la riedizione di un romanzo che amo molto: Il bambino senza voce, una storia tenera e toccante.
– Quali sono le storie che più ama scrivere e che la affascinano particolarmente?
Le storie che amo scrivere e con le quali ho iniziato la mia carriera sono le favole per bambini, molte delle quali sono state adottate come letture nelle classi elementari. Le favole permettono alla fantasia di spaziare ovunque, senza limiti e quel senso di libertà assoluta che trasmettono, quel regno magico in cui tutto è possibile, affascinano me quanto i miei piccoli lettori. Tuttavia ogni campo ha le sue attrattive. Il romanzo rosa, quello storico, perfino i racconti. Per chi ama scrivere non esistono confini.