Cyber China, ottavo caso per l'ispettore Chen Cao | Marsilio Cyber China, ottavo caso per l'ispettore Chen Cao | Marsilio

Cyber China, ottavo caso per l’ispettore Chen Cao | Marsilio

La via cinese al socialismo? Molto poco socialista, ancora meno comunista. Cose che nello sconfinato Paese orientale vengono definite rosse, sono in realtà capitalistiche, primitive o nepotistiche. Ed anche feudali, visto che le cariche politiche passano di padre in figlio, sono di fatto ereditate e a loro volta trasferite alla prole.

Querela popolare cinese, è una mega organizzazione di partito a misura di dinastia familiare, più che di popolo. E pensare che Chen Cao annuisce a queste considerazioni, ascoltate nel corso di una conferenza controversa, anticonformista, forse imperialista, eppure autorizzata dal Partito Comunista Cinese. Tanto più che il relatore è in odore di sovversivismo, se non di dissidenza.

Che ci fa dunque in una sede tanto politicamente scorretta l’ispettore capo e vice segretario della cellula del Dipartimento di Polizia di Shanghai? In realtà, la circostanza non sorprenderà affatto chi conosce il brillante personaggio creato da Qiu Xiaolong. Il grado e la carica nel PCC non impediscono all’intelligente, non fazioso e libertario protagonista dell’ottavo cine-thriller (nel senso di cinese, non di cinematografico) del noto giallista “giallo”: Cyber China, novità Marsilio (316 pagine).

“La realtà della Cina di oggi”

È nel modo di pensare, rivelato, in un altro dei veloci capitoli, dalla partecipante a un reality televisivo con gli occhi a mandorla: “meglio piangere in una BMW che ridere in bicicletta”. In altre parole: meglio un matrimonio infelice con un ricco, di una unione felice, ma povera. Cosa ci faccia quindi un buon diavolo come il commissario in questo inferno di cinici rampolli della globalizzazione, i lettori devono tuttora spiegarselo.

Meglio così, però, visto che le avventure e i casi di Cao sono sempre straordinariamente leggibili. Scrittore e personaggio smascherano le feroci contraddizioni di un Paese, che pur essendo retto da una classe politica inamovibile vive il più sfrenato progresso economico. In pratica, un motore adatto tutt’al più ad una buona utilitaria si sforza di controllare una macchina che corre ai 300 all’ora ed oltre, sebbene più d’uno dei passeggeri finisca per restare a terra.

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Non sono certo i grossi papaveri del Partito, però. E nemmeno il compagno Chen, che se non altro è una bella persona.
Bella? La giovanissima Lianping lo è certamente di più, molto di più. Sorriso radioso, corpo flessuoso, un bocciolo all’inizio della primavera. La neo collaboratrice del quotidiano di Wenhui è una nuova conoscenza per Cao e i lettori. Si occupa di letteratura, dice, ma sul biglietto da visita c’è scritto “la giornalista finanziaria numero uno” e la cronaca nera la attira irresistibilmente. Boh?

 “Nel vivo”, c’è un morto, per cambiare

L’ispettore capo vice segretario politico la sta ammirando da capo a piedi, dopo una breve presentazione, quando è chiamato dalla Centrale ed entra nel vivo del caso di turno. “Nel vivo”, c’è un morto, per cambiare. Un notabile della pubblica amministrazione. A quanto sembra, si è impiccato. Era esposto a gravi accuse di corruzione dai blogger di siti alternativi e le autorità vogliono la massima cautela sulla vicenda.

Ci sono tutti gli elementi più scabrosi: il Partito, il pezzo grosso, lo scandalo da tacitare, la libertà d’espressione online da reprimere, sebbene nonostante tutti i tentativi si riesce molto a stento a censurare anche “in nome del popolo”. Superano ogni ostacolo tecnologico questi inarrestabili netizen, i cittadini della Rete, una comunità che non accetta di mandare il cervello all’ammasso.

Le sigarette 95 Maestà Suprema sono le più care al mondo, costano ben oltre le Panda e le China, che venivano confezionate esclusivamente per la nomenklatura ristretta dell’Assemblea Popolare e per Deng Xiao Ping, negli anni Ottanta. Bene, Zhou Cheng è stato fotografato con un pacchetto di quelle cicche d’oro. Una circostanza sospetta, ma non tanto da vederlo finire strangolato in una stanza d’albergo, in cui era di fatto recluso. Una ragione apparentemente insufficiente anche per montare un finto suicidio. Non ditelo a Chen Cao, però, che ci vuole ben altro. Ne farebbe un caso da romanzo. Infatti….

Cyber China è disponibile per l’acquisto su LaFeltrinelli a 15,30 euro.

Autore: EffeElle

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