Re senza Dio, Uhtred torna a combattere Re senza Dio, Uhtred torna a combattere

Re senza Dio, Uhtred torna a combattere nelle selvagge terre britanne

Questa volta Lord Uhtred ha osato troppo nella sfida ai cristiani. Ha ucciso un abate. Involontariamente, ma lo ha fatto, non c’è dubbio. Gli ha piantato una croce in testa, nel tentativo di sottrarre il primogenito all’ordinazione sacerdotale. Chi segue le sue avventure sa che il leale guerriero sassone, allevato dai danesi ma fedele fino al sacrificio al cristianissimo re Alfredo, preferisce gli antichi dei, i figli di Odino, le divinità del Wahlalla.

Pur essendo due volte battezzato, una come Osbert, la seconda col nome del padre, Uhtred – nella casata passa obbligatoriamente da una generazione all’altra, senza saltarla – indossa per amuleto il martello di Thor, simbolo pagano per eccellenza.

Per il piacere dei tantissimi appassionati, Uhtred Uhtredson (“son” sta per figlio di) è protagonista di un altro episodio della sua straordinaria saga, in un nuovo titolo Re senza Dio, scaturito dall’inesauribile vena narrativa di Bernard Cornwell, sempre per i tipi Longanesi (364 pagine).

La trama

Un secolo prima del Mille, gran parte dei sassoni e degli angli ha scelto la religione della croce. E proprio la reazione dei cristiani, che assalgono in massa le sue proprietà, bruciano la casa e lo minacciano di morte, costringe l’imbattibile guerriero ad allontanarsi dal Sud dell’isola britanna, con appena trentatré uomini e il secondo figlio Osbert. Il ragazzo cresce, ha diciannove anni, è orfano di madre ed è allevato con durezza dal padre, perchè “un uomo deve essere duro”. A viva forza gli impone il nome di Uhtred, disconoscendo il primo nato, che diventa un prete, padre Giuda.

Sicchè il discendente della dinastia di Bebbanburg è costretto ad autoesiliarsi. Non c’è posto per un signore della guerra in una terra in pace da troppo tempo. Nonostante le ostilità latenti, la tregua tra danesi e sassoni regge e quando non c’è da combattere, la gente di spada come Uhtred non serve a nessuno. Ma sarà di nuovo indispensabile, non c’è da dubitare: sono tempi duri quelli che precedono il nuovo millennio, in una Britannia non ancora Inghilterra, spezzettata e divisa, nonostante il progetto che Alfredo il Grande ha cercato di realizzare per tutta la vita. In un equilibrio decisamente precario, si fronteggiano i regni sassoni di Anglia, Wessex e Mercia, le grandi regioni in mano a popoli del Nord Europa e i territori controllati dai bellicosi gallesi e scoti.

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A bordo di Meddelniht, leggera e veloce nave da guerra costruita con legno di querce frisone tagliate di notte e la prua sormontata da una testa di drago, si fa rotta verso Nord, per realizzare un vecchio sogno: riprendere la fortezza di Bebbanburg, usurpata dal fratello del padre. Un pugno di uomini contro trecento difensori, una follia. Ma a volte la follia funziona e il sogno del nipote può diventare l’incubo dello zio. Per Elfric non si annunciano momenti facili, come non lo saranno per Uhtred. I cristiani lo odiano, i danesi diffidano di lui, il cugino gli sbarra la seconda porta del castello paterno. Qualcuno diffonde la voce che sia perito nel tentativo di conquistarlo.

Lo credono morto. Peccato, per tanti, che sia ancora vivo. La guerra riesplode nei regni meridionali e la sparuta colonna del Lord con l’elmo a testa di lupo si impegna ad ostacolare i piani danesi, quantomeno a ritardarne l’esecuzione. Strada facendo distrugge la città fortificata di Ceaster, assalendola con meno uomini di quanti la difendono. Poi affronta gli Jarl Cnut Cnutson e Sigurd, oltre quattromila guerrieri contro i suoi nemmeno trecento. Duecentosessantanove e una donna, Ethelflaed, la sua amante, figlia di Alfredo e moglie tradita del re di Mercia.

Sono proprio l’esercito di quest’ultimo, Ethelred e quello ancora più potente di Edoardo del Wessex che Uhterd aspetta con ansia. Arriveranno? Se non lo faranno, per il lupo di Bebbanburg sarà la fine. Ma non arretra di un passo, ha scelto un corso d’acqua con sponde ripide per affrontare il nemico. Attende l’assalto dei danesi, con in pugno Alito di Serpente, la migliore delle spade. Al fianco pende la più maneggevole Pungiglione di Vespa. Contro di lui, Cnut sfodera Collera Ghiacciata. Nella regno del coraggio, anche le lame hanno un nome. Sarà un buon giorno per morire?

Re senza Dio di Bernard Cornwell è disponibile per l’acquisto su Ibs.it a 14,96 euro.

Se i libri di Cornwell ti piacciono, leggi anche la recensione di un altro capitolo della saga: La morte dei Re.

Autore: EffeElle

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