Anime morte, un romanzo sulla crudeltà del mondo Anime morte, un romanzo sulla crudeltà del mondo

Anime morte, un romanzo sulla crudeltà del mondo

“Fece un altro tiro, odiava il fumo, ma quando la disperazione si impadroniva di lui non riusciva a far altro che fumare, come se in qualche modo riponesse la frustrazione nelle sigarette.”

anime morte

Anime morte (56 pagine, Seneca Edizioni) è il romanzo critico ed a tratti cinico della giovane scrittrice Giorgia Campli pubblicato la scorsa estate. L’autrice, classe 1996, risiede nella suggestiva zona dei Castelli Romani, ed attualmente studia presso il Liceo Classico Ugo Foscolo di Albano Laziale. Amante della scrittura sin dalla tenera età di otto anni, non fa uso del computer per comporre le proprie storie, ma le mette nero su bianco attraverso il battito dei tasti di una vecchia macchina da scrivere, un po’ come se volesse tornare indietro nel tempo. Dedica questo suo primo lavoro edito al padre, scomparso mentre l’opera era in fase di stesura. Che dire al riguardo? Uno sfogo per la situazione che l’autrice stava vivendo in quei mesi? Oppure semplice fantasia e bisogno di scrivere le idee che affollano la testa degli scrittori come maree? Probabilmente non possiamo trovare una risposta precisa al riguardo, ma analizzare l’opera e carpirne l’essenza sì.

La trama

Ambientato in un luogo immaginario e nel contempo comune, in un tempo astratto e fin troppo concreto, Anime morte prende vita dal dolore di cui i personaggi sono intrisi, fino ad esplodere in un’angoscia opprimente, soffocante come il fumo di sigaretta che dalle narici di Miguel si espande nell’aria di dicembre… Miguel che ha soltanto diciotto anni e si trova faccia a faccia con gli aspetti più crudi e meschini del mondo; Miguel che soffre; Miguel che muore…

Personaggio principale della storia, Miguel è un ragazzo come tanti, spagnolo ed estremamente povero. Messo a dura prova dal razzismo della gente nei suoi confronti, dalla fame e dalla situazione famigliare difficile, si trasferirà in Italia all’età di sette anni insieme alla madre che, dopo la morte del marito, cade nel baratro dell’alcool e dei rapporti occasionali, lasciando il figlio a dover mantenere la casa. Miguel riesce con gli anni a trovare soltanto piccoli lavori dove viene sfruttato e pagato poco, e per questo trascorre giornate intere da solo, a compiangersi per la propria condizione. Fino a che qualcosa non cambia.

Una notte di dicembre, dopo l’ennesimo litigio con la madre, esce di casa e parte senza meta a bordo del proprio scooter; si ferma di una panchina, pensa a quanto la vita sia stata crudele, e poi nota un’ombra avvicinarsi… Si tratta di Luna, una ragazza apparentemente felice, benestante, ma nel profondo segnata dal dolore per il gemello all’ultimo stadio di leucemia. I due giovani iniziano a parlare, si avvicinano sempre più dandosi appuntamento il giorno successivo e gli altri a seguire, fino a che fra loro non nasce più di un’amicizia. È così che Miguel si sente di nuovo felice, e non si cura più neanche della madre che intanto continua a portargli dentro casa uomini sconosciuti: ormai lui ha una nuova famiglia, i genitori di Luna lo hanno accolto benevolmente, e non potrebbe chiedere di meglio dal proprio destino.

Sarebbe tutto come in una fiaba se i due giovani amanti vivessero felici e contenti, ma Anime morte non lo è. Mirko, il gemello di Luna muore fra atroci dolori pochi mesi dopo, e lei cade nell’abisso di una depressione forte, viva, capace di ucciderla… Ma Miguel non l’abbandona, le rimane vicino, la conforta sperando in cuor suo che il tempo possa guarire le ferite tanto profonde, fino a che non accade qualcosa di agghiacciante. Il ragazzo entra a casa il giorno prima di San Valentino, vede la madre preparare le valigie, e trova sul tavolo dei documenti riguardanti un’adozione… la sua. Allora chiede spiegazioni, ma tutto ciò che la donna gli rivela è che lui e Luna sono fratelli da parte di madre… poi apre la porta e se ne va, per sempre.

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Il mondo di Miguel crolla, corre dalla madre di Luna pregando Dio che non sia vero, ma lei una volta visti i fogli non ha più dubbi: è suo figlio.

Si conclude così la storia, con un Miguel che dopo esser stato rifiutato dalla propria amata si apre le vene con dei vetri e vede Luna per un’ultima volta in preda ad allucinazioni: nessuno viene a salvarlo, Miguel muore e basta. È la sua sorella amata a trovarlo la mattina dopo nella vasca da bagno, immerso in un lago di sangue, e per questo impazzisce, grida, si dimena anche quando la polizia vuole portarla via… no, lei non può lasciarlo.

Nell’ultima scena vi è un salto temporale che vede la giovane in cura da una psichiatra, con occhi vuoti e vitrei e sulle labbra soltanto le parole: <<Dov’è Miguel?>>

Romanzo drammatico, capace di colpire dritto al cuore del lettore come una freccia scoccata da chilometri di distanza: Anime morte è questo, un’opera traboccante di significati nascosti, di realtà oniriche e da interpretare con occhio attento. Io l’ho letto acquistandolo su Kelkoo, e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Non è una storia d’amore melensa come quelle che si leggono oggi, non è una critica ad un ente preciso, è semplicemente un libro incentrato e plasmato sulla sofferenza; sofferenza che può derivare dalla discriminazione, dalla povertà, dalla malattia, dalla fame, dall’incomprensione… Molti di noi si trovano in questa condizione, a volte paradossale, e per questo sento di dire che l’autrice ha saputo toccare un tasto che non tutti toccano, addentrarsi in meandri della mente che non tutti esplorano. Anime morte può esser letto infatti anche in chiave psicologica, perché sono ben delineate le personalità dei protagonisti, analizzate a fondo come farebbe uno psichiatra con il proprio paziente. Sono narrate impressioni, emozioni, paure e gioie; tutte emozioni che rendono i personaggi all’interno della storia vivi, dando l’impressione di far parte di noi, di poter uscire dalle pagine da un momento all’altro.

È questo quello che ho provato addentrandomi nella lettura di questo romanzo, e devo dire che sono rimasto piuttosto deluso quando ho scoperto che la Seneca Edizioni ha chiuso da alcuni mesi; deluso perché credo che un’opera simile, scritta con tanta fluidità, avrebbe dovuto avere più riscontri, più vendite, e non venir dimenticata a causa della mancata gestione della Casa Editrice. Comunque, posso dire che la ragazza sebbene così giovane ha talento da vendere, e chissà che non troveremo presto nelle librerie qualche altro romanzo siglato da lei… Magari con un marchio più famoso sulla copertina, questa volta.

Autore: Marco13

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