Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa

Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa

Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosaMassimo Recalcati è uno dei più noti psicoanalisti italiani, insegna all’Università di Pavia. Fra le sue opere di maggior interesse ricordiamo L’uomo senza inconscio, Cosa resta del Padre?, Ritratti del desiderio.

L’amore. La fonte d’ispirazione per eccellenza per romanzieri, artisti, filosofi di ogni tempo e di ogni dove. Il sentimento più indagato, declinato in tutti i modi possibili, cagione di esaltazione e abbrutimento, domanda senza confini per la quale ogni risposta può essere plausibile, ma senza che nessuna possa dirsi piena ed esauriente.

In questo mare magnum un posto privilegiato spetta agli psicoanalisti che, più di tanti, si trovano ogni giorno al cospetto di individui afflitti da “mal d’amore“.

Scrive Recalcati:

La psicoanalisi ascolta quotidianamente i tormenti della vita amorosa: isolamento affettivo, inibizioni e sintomi sessuali, ricerca compulsiva di rapporti che non danno alcuna soddisfazione, delusioni che seguono immancabilmente le prime estasi dell’innamoramento, infedeltà, noia, gelosia, caduta del desiderio, separazioni, maltrattamenti, incapacità di amare, difficoltà a trovare l’uomo e la donna giusti”.

Fin qui nulla di nuovo, ma dopo si legge:

“Eppure nel nostro tempo le pene d’amore sembrano avere uno statuto diverso dal passato […] anziché elaborare con dolore la perdita dell’oggetto amato, si preferisce trovare nel più breve tempo possibile il suo sostituto adeguandosi alla logica imperante che governa il discorso del capitalista: se un oggetto non funziona più, nessuna nostalgia! Sostituiscilo con la versione più aggiornata!”

Questa è la vera novità del libro di Recalcati che non è solo un altro libro-saggio di psicoanalisi della vita affettiva e dei suoi disturbi, ma è anche e soprattutto un libro che propone un’alternativa non del tutto nuova, ma, per i tempi d’oggi, assolutamente in controtendenza: alla logica consumistica del NUOVO si oppone quella del PERDONO.

Recalcati chiarisce fin dall’incipit il suo intento. Non gli interessano gli innamoramenti facili e transitori, non condivide l’imperativo vacuamente modaiolo del “NUOVO purché sia”, del godimento come imperativo assillante a discapito di un’idea di AMORE che duri un’intera vita. Non teme di essere accusato di anacronismo, di abiura alla psicoanalisi, né di bigottismo, perché le sue affermazioni possono non essere condivise, ma bisogna ammettere che le sue argomentazioni sono adeguatamente sostenute. Insomma, a Recalcati non manca il coraggio di partire dalla messa in discussione niente meno che del pensiero freudiano al quale mostra di preferire quello lacaniano.

Freud viene accusato di cinismo per aver separato l’amore dal godimento sessuale, deducendone come corollario che l’uno escluda l’altro, in un gioco nevrotico che non lascia dubbi né speranze. In fondo, non è altro se non una versione alternativa dell’antico proverbio secondo il quale il matrimonio sarebbe “la tomba dell’amore” proprio per la sua lunga durata e per l’esclusione dell’avvento del NUOVO.

Per Recalcati, invece, vale l’assunto di Lacan che vede nella relazione amoroso-affettiva di lunga durata il “duro desiderio di durare”.

Notiamo che man mano la posta in gioco si alza, fissando l’attenzione su una dimensione della relazione del tutto trascurata dalla psicoanalisi: il PERDONO. La capacità e la possibilità di perdonare anche l’imperdonabile è la chiave di lettura di questo saggio non semplicissimo in alcuni punti per il ricorso ad un linguaggio da addetti ai lavori che non si perita di utilizzare un lessico settoriale e specifico, ma che risulta ancora più ostico per la manifesta sfida nei confronti della mentalità tipica della generazione attuale e di quella precedente, vittime entrambe della menzogna dell’emancipazione se essa è mortificata e limitata all’opzione reificante della sostituibilità indiscriminata degli individui.

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Va però precisato che Recalcati non cede alla tentazione di indicare un percorso facilitato, sa bene che spesso è difficile, anzi impossibile, perdonare se si è subito un tradimento, se c’è stata l’offesa insanabile di uno spergiuro. Visto così questo libro ci riguarda tutti, nella misura in cui l’esperienza dolorosissima dell’abbandono pur con un diverso gradiente di sofferenza, in genere, non risparmia nessuno. È un sisma di immane magnitudo che trasforma l’Altro rendendolo irriconoscibile e che destruttura l’Io subente, mandando in frantumi un mondo e polverizzando una storia affettiva che, da un certo momento in poi, “non è più come prima”.

Per molti o per tanti la via del perdono è impraticabile, alcune ferite sono insanabili, certi lutti non si sanno elaborare, i traumi si fanno insuperabili, ma tutto accade innanzitutto se si è fatta propria una visione nichilistica del desiderio, se il desiderio fa coppia con il NUOVO. Questa scelta, questo destino reca in sé la condanna della reiterata ricerca desiderante di quel che NON È ANCORA. ” Il bene non è mai in quello che si ha, ma viene sempre rinviato in quello che ancora non si possiede”.

Non è una fiaba a lieto fine, ne è l’esatto contrario data la consapevolezza di quanto sia arduo optare per la “porta stretta” del perdono e accantonare la logica semplicistica del “PER SEMPRE” senza sforzo e passare a quella diversa e impegnativa del “non sarà più come prima”, anticipando il perdono che non nega il NUOVO, ma lo rivaluta e lo rinnova, senza obliterare ciò che è stato, perché l’amore  può coniugarsi solo al passato se vorrà avere un futuro: se non è stato prima  non sarà dopo.

Libro consigliato a:

– chi legge saggistica e non solo narrativa;

– chi riesce a mettersi in discussione;

– chi non si lascia influenzare da un buon libro e sa ricavarne conclusioni personali.

Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa di Massimo Recalcati è disponibile per l’acquisto su Ibs a 11.05 euro.

Autore: Ida Tortora

Sono affetta da “libridine compulsiva”. Per questo male, dall’eziologia ancora ignota, non esistono rimedi efficaci. È in fase di sperimentazione una nuova terapia che unisce alla lettura la stesura di recensioni di alcuni dei libri letti. Ho accettato di fare da cavia, ma ho notato solo un peggioramento dei sintomi e degli effetti secondari.

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