Intervista a Giuseppina Bertoli, autrice del romanzo La Punizione
Intervista a Giuseppina Bertoli, autrice del romanzo La punizione
Salve, le va di raccontarsi un po’ ai nostri lettori?
Sono una grande appassionata lettrice: fin da bambina ho sempre amato leggere le storie, immedesimarmi con i protagonisti, vivere mille avventure attraverso i personaggi. Questa stessa passione mi accompagna ancora oggi. Mia figlia Viola, quando era bambina e doveva disegnare la mamma, mi ritraeva sempre con un libro in mano. Di pari passo la passione per inventare delle storie mie: ho scritto tante pagine ma fino ad ora, per una sorta quasi di gelosia, le ho tenute per me. Adesso, mi è nato il desiderio di condividere ciò che scrivo con gli altri. Nella vita personale, ho lavorato per molti anni come manager in una grande azienda, gestendo quasi cinquecento persone: è stata una grande scuola di vita, un enorme capitale umano in termini di emozioni, amicizie, solidarietà, amori. I rapporti che ho intrecciato in questi anni mi hanno fatto conoscere storie di vita che meritano di essere raccontate.
Quanto c’è di autobiografico nel suo libro?
Molte storie analoghe si sono intersecate, sovrapposte. Non riesco a rimanere indifferente verso queste tematiche: quando mi capita di sentirle nei notiziari o di leggerle sul giornale, mi fermo a pensare come si possa arrivare ad eventi tanto drammatici. Purtroppo ho vissuto da vicino drammi che, in qualche modo, emergono nel romanzo.
Perché la scelta di quattro donne e di questo tema specifico?
Da un lato sicuramente la spinta emotiva derivante dall’avere assistito a storie drammatiche che riguardavano delle donne; dall’altra, la necessità di portare un contributo al dibattito sulla violenza tra le mura domestiche, che spesso, purtroppo, coinvolge donne e bambini.
Non sono riuscita a leggere, da lettrice, la parola fine nell’ultima pagina. Ha già in mente un seguito per questo romanzo?
Il finale è volutamente aperto, per diversi motivi. A me piacciono le storie che lasciano una porta aperta per la fantasia del lettore: da lettrice, quando arrivo al termine di un romanzo, amo pensare ad un finale tutto mio. Per questo, volevo che i lettori si immaginassero come Alice e Camilla, sopravvissute a due esperienze che le hanno segnate, avrebbero costruito il loro futuro. Da scrittrice, avevo in mente diversi destini per queste donne e vorrei, in futuro, continuare a farle vivere.
Ci parli un po’ del suo mondo letterario. Quali sono i suoi autori e libri preferiti.
Sono cresciuta con i grandi classici: Piccole donne, Jane Eyre, Cime tempestose… Anche Salgari e Dumas (che leggevo con mio padre): I tre moschettieri era il mio preferito. Al liceo ho molto amato Hemingway,Proust; tra gli italiani, Cesare Pavese, Italo Calvino. Durante gli anni dell’università i grandi autori sud americani: Marquez e Amado soprattutto. Un libro che tengo sempre nel cassetto è Esercizi di stile, di Raymond Queneau: mi ha stimolato molto nella ricerca stilistica. Tra le mie autrici preferite, sicuramente Elsa Morante, Alice Munro, Nadine Gordimer, Angela Carter. Amo molto la poesia: non sarei ciò che sono se non avessi letto le poesie di Federico García Lorca.