L’uomo che parlava con i corvi
Autore: Stefano Grossi
Casa Editrice: Memori editore
Anno pubblicazione: 2007
Prezzo: 16,00
Genere: Storico
Dieci incontri, dieci personaggi conosciuti sulle strade dell’Asia. Viaggiando per l’Afghanistan sotto il tallone dei Talebani, la guerra nel 2001 fino alla liberazione di Kabul. Il ricordo di Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera, caduta in un agguato mortale, l’amicizia con Tiziano Terzani, e una lettera tutta da leggere inviata da Angela, vedova Terzani, all’autore. Tutto questo è raccontato con la precisione tipica del giornalista di agenzia, da Beniamino Natale nel suo libro “ L’uomo che parlava con i corvi”, ( Memori editore, 16 euro). Natale lavora all’Ansa, prima come corrispondente dall’India, oggi è a Pechino; vent’anni di giornalismo spesso scomodo e difficile, sicuramente di alta responsabilità per la credibilità che richiede il mestiere di informare in presa diretta sugli avvenimenti internazionali. L’inviato della Rai, Franco di Mare, che assieme a Natale seguì la guerra afgana, ricorda che la sera a Kabul spediti i pezzi alle redazioni, quel variegato circo di inviati di guerra si rilassava giocando a carte, ma l’autore non era mai della partita. Si rinchiudeva nella sua stanzetta a scrivere il suo diario minimo della giornata. Diario dal quale successivamente molti colleghi – giocatori avrebbero attinto, nei giorni cruenti della guerra, preziose informazioni. Giornalismo di servizio, dunque, che oggi tuttavia vede con questo libro capovolgere la sua natura per trasformarsi in reportages e racconti avvincenti – l’India non poteva mancare – per un pubblico più vasto. Anche per chi, come i nostri soldati sparsi tra Herat e Kabul, potrebbe aver voglia di capire, ancor di più, il teatro Afghanistan, le origini dei Talebani, quella misteriosa linea d’ombra a cavallo con il Pakistan fonte di tanti guai. O pensare, infine, a come il destino salvò per un soffio l’autore, Di Mare e altri, ma colpì sulla stessa strada, tra le gole di Sarobi, crudelmente, il giorno dopo, la Cutuli e i suoi tre colleghi, lanciati verso quella Kabul appena liberata.