Cavalleggeri di Foggia e Lancieri di Novara: storia e tradizione della Cavalleria
Vestivano una giacca di panno blu scuro con eleganti alamari sul petto. Dagli stivali spuntavano pantaloni celesti. Le mostrine recavano fiamme nere stellate su fondo rosso. Alti in arcione, i Cavalleggeri di Foggia brandivano una sciabola con paramano in acciaio a due else. Un ampio spacco a goccia, rendeva più leggera e raffinata la coppa bombata a protezione della mano, mentre una nicchia per il pollice contribuiva a dare stabilità dell’arma, già garantita dall’impugnatura a becco, intagliata in legno di melo naturale. La solida lama lunga era leggermente arcuata.
Il reparto di cavalleria era nato come Lancieri di Foggia, il 16 febbraio 1863, quando venne costituito un nuovo squadrone per ognuno dei reggimenti lancieri, nel quadro del potenziamento postunitario dell’esercito italiano. Qualche mese dopo, alcuni reparti confluirono nel Deposito Lancieri di Foggia, poi vennero costituiti in 11° Reggimento di Cavalleria e nel 1897 diventarono l’11° Cavalleggeri di Foggia.
Drappelli operarono in occasione di calamità civili, aiutando la popolazione siciliana aggredita dal colera nel 1866 e quella vesuviana nell’eruzione del 1906. È stato capitano del Reggimento, prima di prendere il brevetto di volo, Fulco Ruffo di Calabria — nonno dell’ex regina italiana del Belgio, Paola di Liegi – asso e pioniere dell’aviazione da caccia della Grande Guerra, al successo in cinquantatré duelli aerei. Subito dopo la licenza liceale, il principe si era arruolato volontario a Foggia, nel Secondo Reggimento di Cavalleria, che prenderà il motto “Audaci e vigili”, in ricordo della battaglia di Vittorio Veneto (1918), tra quelle in cui si erano distinti i cavalleggeri.
Il prematuro scioglimento dopo il confitto, nel 1920, non ha consentito al reparto di consolidare la propria memoria, come hanno fatto invece istituzioni militari di tradizione più antica. Si ricorda, ad esempio, che ufficiali di altri squadroni montati rispettavano la raffinata consuetudine di regalare un velo bianco finemente ricamato alla sposa di un collega. Sarebbe andato a coprirle il capo a testimonianza della solidarietà e della protezione accordata dall’intero reparto, che da allora avrebbe vegliato anche sulla nuova “coscritta”.
Sono i particolari che oltre alle imprese di guerra si apprendono nel saggio storico di Giorgio Pugliaro, ex tenente di cavalleria, dedicato a I Lancieri di Novara, per i tipi Mursia, nella collana Testimonianze tra cronaca e storia, 406 pagine 24 euro. Lo Stendardo dei Bianchi Lancieri è il più decorato della Cavalleria italiana, ma non è mai stata scritta una storia completa del Reggimento. In particolare poco è stato detto sulla campagna di Russia e su quella in Africa settentrionale, che rappresentano uno dei teatri della seconda guerra mondiale in cui il Novara è stato più brillante e decisivo. Per non dire delle coraggiose cariche a Pozzuolo del Friuli, nel 1917, nell’epico combattimento di retroguardia durante la ritirata di Caporetto.
Il libro è uscito in occasione del 150esimo anniversario della fondazione dei Dragoni di Piemonte, per colmare la lacuna e raccontare un glorioso passato, spesso ignorato e talvolta distorto. Il lavoro si è avvalso della documentazione ufficiale – almeno fin dove è stato possibile reperirla – custodita dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito e del contributo diretto di diversi protagonisti. Completano il saggio, nella ricca appendice, una lunga serie di schede con i decorati, i vari organigrammi del Reggimento nelle diverse epoche e altri utili contributi documentari.
Tuttora esistente, trasformato in forza corazzata con specialità esplorante, il 5° Lancieri di Novara è di stanza a Codroipo, in provincia di Udine. Arruola personale volontario e di carriera. Si articola in quattro squadroni blindati, uno di supporto logistico ed uno squadrone comando. Vanta una Medaglia d’Oro al Valor Militare, due d’Argento, cinque di Bronzo, una Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito per l’intervento in Friuli dopo il terremoto del 1976 e una Croce al Merito dell’Esercito per la missione in Libano 2006-2007. Il Reggimento, inquadrato nella 132ª Brigata corazzata Ariete, festeggia il 27 agosto l’anniversario dell’azione sul Don (1942) nella quale ha meritato la più alta decorazione militare.
I Lancieri di Novara. Storia di un reggimento di Cavalleria dal Risorgimento al dopoguerra è disponibile per l’acquisto su Ibs a 20,40 euro.