Una vita da eroe di Roddy Doyle
Con Una vita da eroe (Guanda editore, 2010), Roddy Doyle chiude il ciclo dei suoi romanzi dedicati al grande eroe dell’Irlanda Henry Smart.
Avevamo conosciuto Henry nel bellissimo lavoro di Doyle Una stella di nome Henry (Guanda, 2000), un libro che raccontava con grande amore e passione la guerra indipendentista irlandese dove il nostro personaggio diveniva un vero e proprio eroe nel conflitto anglo-irlandese. Un libro potente, scritto benissimo e salutato con entusiasmo dalla critica internazionale.
Il successivo lavoro, Una faccia già vista (Guanda, 2005), ci raccontava di un Henry Smart scappato a New York, in un’America proibizionista, ricca di contraddizioni, stregata dal jazz e scossa dai conflitti razziali. Un volume meno riuscito del precedente, meno intenso e non in grado di regalare le stesse emozioni di Una stella di nome Henry.
Ora, con Una vita da eroe, Henry Smart ritorna in Irlanda verso gli anni cinquanta, ma non è più quello di un tempo, non ha più la voglia di lottare, è vecchio e stanco: l’impavido combattente che era stato l’uomo di fiducia di Michael Collins non c’è più. Ma l’incredibile possibilità di poter fare un film sulla sua vita con John Ford, la possibilità di riprendere in mano il suo passato e la possibilità di poter guidare ancora una volta gli avvenimenti del presente, ci riportano quasi casualmente l’eroe Henry Smart alla ribalta, grazie ai militanti della Provisional Ira che decidono di celebrare l’eroe “dimenticato”.
Una vita da eroe (clicca qui per l’acquisto) romanzo che si avvicina di più al primo lavoro pertanto più vivace, ironico, politico, che analizza le profonde mutazioni socio-politiche di un’Irlanda sempre in un precario equilibrio. Ecco, devo dire che in questo libro, come nei precedenti, il Doyle che ci piace di più è quello che meglio descrive la lotta irlandese, che descrive i singoli personaggi più legati alla verde terra d’Irlanda e che riesce a far trasparire fra le righe l’identità di un popolo.
Un libro allo stesso tempo ironico e drammatico, dove la “fuga” continua ad essere un aspetto fondamentale nella vita del protagonista “non c’era ragione di scappare, se non per salvarmi la vita. Ma io la mia vita l’avevo vissuta. L’avevo vissuta quasi tutta scappando”. Paradossalmente, pur “scappando”, Henry Smart rimaneva il protagonista indiscusso della storia irlandese in continua evoluzione. E così, l’eroe indimenticato della resistenza, stanco del suo travagliato passato, sarà il simbolo della fondamentale decisione da parte dello Sinn Fèin di abbandonare la resistenza armata e di presentare candidati al Parlamento. Poco dopo l’eroe se ne andrà, “ho vissuto una vita. Ho centootto anni. Sono Herry Smart”. Ora l’Irlanda avrà bisogno di nuovi eroi.
A cura di Giannandrea Mencini