Prof & zie. Un libro scoppiettante di Marco Tarantino
A giugno andrà in pensione, a fine anno scolastico, anche se la conoscenza, dice, non può mettersi a riposo. E ne dice tante il Profeta. Conosce tutto, parla di tutto il prof , salta da un’osservazione a un giudizio, a una constatazione, a una connessione storica, a un ragionamento filosofico. E i programmi ministeriali? Possono aspettare. Però non sa usare Internet, sostiene che non gli serve, con la supponenza di chi non l’attitudine, il tempo o la voglia di imparare, l’informatica quanto qualsiasi altra cosa. Insegna cinque ore a settimana, ha accettato solo quelle e solo in una quinta, respingendo al mittente le 18 canoniche della cattedra piena. Non adotta libri di testo. Non tiene registri. In aula, spesso, dorme beatamente. Diserta i consigli di classe, trascura il ricevimento dei genitori. Rifiuta di far parte di commissioni d’esame. Non ricorda un cognome che è uno dei suoi studenti, li confonde, sono tutti uguali. Non guadagna molto, 550 euro sì e no. Vive di niente.
Se tutti fossero alternativi come lui, addio scuola e addio società. Si potrebbe anche dire by by al mondo civilizzato, come lo conosciamo. Ma arrivano in soccorso le antitesi: i pilastri, i punti certi, come Zia Mina, la bidella con tre lauree. Dà per certo che nessuno lo conosce meglio di lei, che “non lo conosce, eppure conosce ogni ragno di questa baracchetta. Il fatto è che nessuno conosce il Profeta, e basta”. È verissimo, è tre volte dottore l’operatrice scolastica, in lettere, geografia e sociologia. Con le prime due “ci ha fatto il brodo e con la terza, invece, la birra”. Era alle pezze, non poteva aspettare i concorsi per docenti e suonando le campanelle e pulendo i cessi degli istituti, ha tirato su due gemelli. Da sola, perchè del padre, del “loro biologo” non sapeva più che farsene. Mina è fatta così.
Sicché, appare salda, autonoma, matura, indipendente la bidella, colonna della scuola. Scheletrico, barbuto, disordinato il professore, che più anticonformista non si può. Sono gli opposti che si attraggono, nel pamphlet schizzante e schizzato del pugliese Marco Tarantino, “Prof & zie. Lo sterrato del Profeta”, un volume della casa editrice salentina Lupo (da Copertino, Lecce, collana Topkapi, 204 pagine, 15 euro).
Un non romanzo, eppure resta un racconto. C’è un filo conduttore, specie nel diario che tiene la donna, la parte del libro che mantiene un tessuto narrativo più lineare. Un non saggio, ma sapiente, per la molteplicità di temi, spunti, richiami, citazioni, considerazioni esternate agli allievi, spettatori non paganti e valide spalle del Profeta show quotidiano (sempre ammesso che sia sveglio, ma si sa, anche il pensiero puro deve riposare). Un bombardamento di parole, di suoni, di evocazioni quello di Marco Tarantino. Nato a Taranto, insegna, è al quarto libro pubblicato e si presenta così, un po’ come il suo eversivo prof: “In una vita precedente ha fatto il giornalista, sin quando ha scoperto di non esserne capace. A domanda (ma anche no), di sé dice poco e soprattutto niente. Quindi meglio evitare”.
Molto simpatica Zia Mina, chiaramente antipatico il professore e senza rancore. Tanto non gli importa nulla. Ma non ditelo agli alunni, Per loro, guai a chi glielo tocca!!