Brama di Arne Dahl
Europol, una sigla alla quale bisognerà abituarsi, perché all’estero sono già tre i polizieschi della Serie OpCop, a firma Arne Dahl, pseudonimo di Jan Lennart Arnald, scrittore e critico letterario cinquantenne di Sollentuna (Stoccolma). In Italia, tra i Gialli Marsilio, è approdato solo il primo, “Brama” 544 pagine 19 euro. OpCop è un’evoluzione del Gruppo A, quindi uno spin off dell’unità speciale per i crimini violenti internazionali già collocata da Dahl in Svezia. Non a caso, nell’euroagenzia che stavolta fa base all’Aia, si ritrovano vecchie conoscenze del team anticrimine svedese, dal capo Kerstin Hol, all’ispettore Arto Sodertstedt, a Sven Hagen. Fino a Paul Hjelm, responsabile del gruppo operativo multinazionale coperto, Operating Cops, all’interno di Europol. Compito di OpCop è collaudare le possibilità operative di una forza di polizia internazionale, in vista della trasformazione di Europol in un’autorità ufficiale dell’Unione. È lo stesso Paul a spiegarlo ai colleghi di diverse nazioni continentali, compreso l’italiano Fabio Tebaldi, poliziotto di San Luca, il santuario della ’Ndrangheta calabrese.
E oggetto delle indagini saranno proprio i traffici delle mega famiglie criminali, più i grandi pasticci bancari e finanziari e le odiose reti di pedopornografia online. Oltre, naturalmente, al più ordinario servizio di sicurezza. La vicenda si apre in pieno London Summit G20. Operazione Glencoe, a protezione degli incontri al vertice. Una specie di debutto esecutivo per Europol. I potenti della terra si riuniscono, i dimostranti protestano, le polizie osservano, in tenuta antisommossa e non. Infatti, qualcuno si agita nella folla. Al passaggio della limousine di Obama, un ometto sudato dai tratti orientali cerca di comunicare qualcosa. È travolto da un’auto, che Soderstedt identifica come un veicolo di servizio senza contrassegni, mentre raccoglie le ultime parole del moribondo.
Poco dopo, una donna è trovata morta in un parco pubblico, sempre a Londra. Bianca, sui 35 anni, semisdraiata, all’apparenza pigramente appoggiata a un albero. Nuda, solo un telo bianco a coprirla in basso, un ginocchio mollemente sollevato, il braccio destro poggiato al tronco, la testa sostenuta dalla mano, il sinistro puntellato contro una pietra in terra. Due elementi disturbano la calma simulata. Non ha volto, colpito ripetutamente per gonfiarlo e renderlo quasi completamente liscio. La postura apparentemente rilassata è dovuta ad una colla superadesiva applicata ad arti, mani e capelli.
Quel cadavere di donna, reso una forma d’arte plastica, nasconde anche un messaggio diretto agli aspiranti europoliziotti, all’unità operativa segretissima, ma già individuata, da un criminale spietato, se non più d’uno. OpCop di Europol, con sede all’Aia e contatti in tutti gli angoli d’Europa, deve affrontare la nuova sfida della malavita internazionale, che ora viaggia su Internet, usa i social media ed è rafforzata dalle frontiere aperte dell’area Schenghen. Gli strumenti sono cresciuti enormemente a disposizione dell’avidità, dell’amoralità e della brama di potere di alcuni. Hanno trovato un nuovo e più ampio spazio in cui muoversi per far male. Opcop è ancora top secret, ma evidentemente c’è chi sa. E impegnarsi a scoprire un avversario che conosce le tue mosse non è mai un lavoro facile, tanto più quanto si mettono di mezzo i feroci killer della Ndrangheta. E la via italiana al crimine trionfa in un bestseller mondiale. È certo che saremmo tutti più felici di ben altri primati internazionali.