Percezione visiva e modelli
Vorresti sapere come il tuo cervello decifra forme, dimensioni e colori? Come interpreta l’esperienza estetica e come si è sviluppata la percezione visiva nel corso dell’evoluzione umana? Vorresti conoscere le leggi della percezione visiva e scoprire come sono nati i primi segni grafici che hanno condotto allo sviluppo del linguaggio figurativo? Il nuovo libro di Francesca Tramonti ti condurrà in un viaggio affascinante alla scoperta degli aspetti antropologici della percezione visiva.
Un’immagine può affascinare, incantare, turbare o stordire. Ben nota è la sindrome di Stendhal: alcuni turisti restano turbati e provano malessere, fino ad avere proprie crisi emozionali davanti ad un’opera d’arte. Indubbiamente vedere è di per sé un’esperienza intensa: ma come è spiegato questo processo straordinario? Nell’antichità sono state formulate alcune ipotesi ingegnose: Plinio nel suo testo Naturalis Historia sosteneva che l’organo della vista non è l’occhio ma la mente e in un certo senso non si sbagliava; infatti il processo visivo è il risultato di una serie di eventi che si verificano nel nostro cervello e in cui giocano un ruolo essenziale sia il genotipo che il fenotipo. Il genotipo è il nostro patrimonio genetico, il fenotipo è la manifestazione di questo ultimo nell’ambiente. La nostra vista è influenzata da una serie di circostanze in cui sono coinvolti il nostro stato d’animo, la nostra precedente cultura e la conoscenza della realtà. Solo l’Uomo utilizza la vista come senso principale per conoscere la realtà, gli altri animali utilizzano prevalentemente altri sensi quali l’olfatto e l’udito. L’Uomo ha sviluppato una capacità simbolica più evoluta rispetto alla maggior parte degli altri animali: il linguaggio espressivo, iconico, grafico ed artistico (e non solo quello parlato). Ai tempi dei Greci (scuola pitagorica) si riteneva che lo stimolo per la visione non procedesse dagli oggetti verso l’occhio ma al contrario che l’occhio emanasse raggi che andavano verso gli oggetti, testandone la forma e il colore. Un’altra curiosa teoria sulla visione venne formulata da Leucippo di Mileto (V secolo a.C.) il quale supponeva che dagli oggetti si staccassero delle sottili “scorze” che si dirigevano verso l’occhio conservando la forma dell’oggetto ma rimpicciolendosi progressivamente così da penetrare nella pupilla dell’occhio e formare la visione dell’oggetto.
Dal cromatismo al rapporto tra modellistica e interior design sino ai prototipi progettuali e alla loro applicazione in relazione alle leggi della percezione visiva. Un libro che coniuga antropologia e design in un connubio innovativo, indicando l’evoluzione e i compiti della psicologia della forma attraverso una vasta serie di esercitazioni.
Collana: Amigdala
Edizione: 2013
Pagine: 152
Formato: 17×24 cm, brossura
Isbn: 9788895458571