L’atelier dei miracoli di Valérie Tong Cuong
Arriva un momento nella vita in cui tutto sembra perso, in cui ti senti ingabbiato in scelte non tue, in una esistenza che non volevi e che non ti sta più addosso. E quando quel momento arriva non esiste nulla che riesca a tirarti fuori dal vertice negativo in cui ti sei infilato. Semplicemente sai che hai fallito tutto e che per te è la fine, e che non esiste niente che tu possa fare per venirne fuori. Già: non esiste nulla che “tu” possa fare. Millie, Mariette e il signor Mike, i protagonisti di questa storia, si trovano proprio a questo punto. E non importa per quale motivo ci siano finiti. Non importa se sono cose gravissime o isterie fantasiose della loro solitudine, se tutto è appena successo o se nasce dal passato diventando ogni giorno più pesante e più insopportabile. Non importa. Il fatto è che tutto ha un limite; e per un motivo o per un altro, i nostri tre quel limite lo hanno raggiunto. Senza speranza. Senza scampo.
Ma come spesso accade in questi momenti, proprio nell’attimo in cui abbiamo deciso di alzare la bandiera bianca e sancire così la nostra sconfitta accade qualcosa. Arriva qualcuno. Un angelo, un benefattore che ci prende per mano e ci fa uscire dal buio riconducendoci alla luce. E così accade anche per i nostri protagonisti: arrivano Jean e il suo atelier, un centro di recupero e di supporto, stranamente allocato in una vecchia fabbrica di orologi, chissà magari una metafora sul tempo che passa. Qui Millie, Mariette e il signor Mike ricominceranno a vivere, ritroveranno nuovamente fiducia in loro stessi, per il semplice fatto che qualcuno ha di nuovo riposto fiducia in loro.
Ma sarà proprio tutto oro quello che luccica? È possibile che al giorno d’oggi ci sia ancora qualcuno disposto a far del bene così, solo per la gioia di farlo senza chiedere nulla in cambio? Tutte le attenzioni di Jean saranno davvero disinteressate o nascondono qualcosa? Per rispondere a queste domande, temo, dovrete leggere il nuovo emozionante romanzo di Valérie Tong Cuong. Autrice parigina arrivata al suo settimo libro, tradotta in ben 16 lingue.
Valérie Tong Cuong
L’atelier dei miracoli ha vinto il Prix de l’Optisme 2013(… a mio parere pienamente meritato!)
Sì perché in fin dei conti si tratta proprio di un inno all’ottimismo. Far del bene alla gente, aiutarla, non significa per forza fare tutto solo per gli altri. Ricercare anche il proprio vantaggio personale non è poi un crimine se alla fine è il bene quello che conta, no? Se le nostre azioni portano al benessere di un altro, è davvero importante sapere se a muovere la nostra mano è stato l’interesse per l’altro o quello per noi stessi? Il fine giustifica i mezzi, diceva Macchiavelli, e Valérie Tong Cuong non fa altro che trasporre in chiave moderna e buonista questo detto. Ma fa di più, ci lascia anche uno spunto di riflessione: tutti hanno il proprio fardello da portare, forse se si riuscisse a condividerlo con altri, diventerebbe più leggero e non ci accorgeremmo neanche più di portarlo?
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