Intervista a Corrado Spelli, autore del thriller La stanza del dipinto maledetto
Di seguito l’intervista al giovane autore Corrado Spelli, autore del thriller La stanza del dipinto maledetto
Salve. Corrado Spelli pubblicitario, Corrado Spelli giornalista, Corrado Spelli scrittore: racconti un po’ qualcosa delle sua vita noiosa ai nostri lettori.
Aggiungerei Corrado Spelli padre di due figli, quello sì che rende la vita poco noiosa. In verità non sono pubblicitario, ma giornalista e scrittore, o comunicatore, se vogliamo usare un termine più generico. Lavoro nell’ambito degli uffici stampa e della redazione di contenuti su carta e web. In questo momento vita lavorativa e vita artistica si conciliano a fatica, perché entrambe avrebbero bisogno di maggior tempo e attenzione. Ultimamente sto ritagliando più spazi per la scrittura, perché quando cominci a lavorare per una casa editrice importante non puoi più farlo come se fosse un hobby. Questo romanzo è nato di notte, nei fine settimana, durante le vacanze estive, se vuoi essere un professionista non puoi lavorare così.
Un thriller avvincente in una Perugia per alcuni versi e alcune sfumature nota ai lettori. Perché questa scelta?
Perugia e la ragazza inglese, mi aspettavo che una delle domande più ricorrenti fosse il collegamento con il delitto di Meredith. Tuttavia, lo giuro, non c’è nessuna relazione. Il romanzo era nato al “contrario”, famiglia italiana in Inghilterra, ne conservo ancora le prime trenta pagine; poi, su suggerimento dell’agenzia letteraria che mi segue, ho ribaltato l’ambientazione, riportandolo in Italia. A quel punto mi serviva una città di medie dimensioni, universitaria, piena di stranieri, cupa e un po’ inquietante nell’architettura del centro storico. Perugia era perfetta.
È il suo primo libro. Prima di lui, altre prove su carta?
Ho i cassetti pieni. La mia storia artistica è singolare, sono cresciuto leggendo libri horror e guardando film del terrore, eppure, quando mi mettevo davanti al computer, cominciavo a scrivere storie di “formazione”, romanzi a sfondo autobiografico ambientati nella bassa bolognese. Ovviamente tutti rispediti al mittente dalle case editrici. Un bel giorno, al culmine della sfiducia, mi sono deciso ad assecondare la mia passione per il thriller e il mistero, e così è nato questo romanzo, che in tempi relativamente brevi ha trovato l’interesse di una casa editrice importante come la Newton Compton.
Le va di dare un consiglio ai suoi colleghi? Cosa ha imparato dal mercato editoriale?
Umiltà, prima di dare la colpa agli altri bisogna guardarsi allo specchio. Spesso si ritiene il proprio romanzo un capolavoro e, se non viene pubblicato, è colpa degli agenti che sono incapaci di piazzare l’opera, delle case editrici che non capiscono il valore dello scritto, dei lettori che non capiscono nulla… Invece bisogna avere la forza di rimettere quel romanzo nel cassetto e ripartire da zero, anche se costa fatica, molta fatica.
Qual è il personaggio che sente più suo e al quale è più affezionato?
Non vado troppo nello specifico, ma diciamo che approvo la scelta fatta dal gruppo dei cavalieri, siamo sinceri, chi avrebbe rifiutato una proposta simile?
Il mondo letterario di Corrado Spelli lettore. Ci parli un po’ di lui.
Come dicevo sono cresciuto a thriller e horror, e quando si parla di questi generi il maestro è lui: Stephen King, che apprezzo moltissimo anche nelle versioni soft, tipo Stand by me o l’ultimo Joyland. Ultimamente mi è piaciuto molto Lasciami Entrare di Lindqvist John, che consiglio anche nelle due versioni cinematografiche, quella americana e quella svedese, un modo diverso di presentare il tema ormai abusato dei vampiri. Poi c’è chi, come la mia compaesana Caterina Cavina, è riuscita con La Merla a creare un horror particolarissimo ambientato nella nostra bassa.