Intervista a Carla Oreti
Carla Oreti, autrice de La fantastica storia di Haunold e Rote risponde alle nostre domande sul suo libro esordio… 😉
CARLA ORETI:
“Le fiabe sono lo specchio dell’esistenza”
1. La fantastica storia di Haunold e Rote è il suo primo libro. A che cosa è dovuta questa scelta tematica?
Sì è il mio primo libro ed ho scelto questa tematica perché amicizia ed integrazione sono problemi molto importanti oggi come sempre. Ho pensato che fosse importante rivolgersi ad un pubblico ampio con un genere come quello della fiaba. Inoltre si parla anche della condizione della donna che è stata discriminata attraverso i secoli, il tutto con un linguaggio semplice adatto a tutti.
2. I due personaggi principali sono due bambini: Haunold e Rote, da chi ha preso spunto per i suoi protagonisti?
Un giorno mentre mi trovavo in vacanza in Alto Adige e stavo facendo una passeggiata attraverso i boschi di quella bellissima regione ho incominciato ad immaginarmi la storia di questi due bambini così diversi, ma così desiderosi di amicizia. Piano piano camminando i personaggi prendevano vita davanti a me ed era come se mi parlassero e mi raccontassero la loro storia. Arrivai al maso dove alloggiavo e iniziai subito a scrivere. Non riuscivo più a smettere e così è nata la mia storia, che non finisce con il primo volume, ma prevede un seguito…
3. Una curiosità: lei vive in Toscana, perché ha deciso di ambientare il suo racconto in un luogo di montagna e soprattutto perché in Tirolo?
Perché da moltissimi anni trascorro le mie vacanze a San Candido in Val Pusteria ed amo moltissimo quella terra che ha ancora qualcosa di magico e le leggende di quei luoghi mi hanno sempre affascinato.
4. Lei crede che possano esistere nella normalità persone con poteri magici?
No, credo che purtroppo, soprattutto nel medioevo molte persone, spessissimo donne, hanno pagato il fatto di conoscere l’uso delle erbe medicinali con la vita finendo sul rogo accusate di stregoneria.
5. Ritiene sia istruttivo per i bambini leggere racconti fantastici?
Penso che da sempre, fin dalla notte dei tempi, si sono tramandati racconti fantastici che servivano per far crescere i bambini più forti nell’affrontare la vita. Le fiabe sono lo specchio dell’esistenza e, anche se a volte spaventano, servono per farci capire che la vita non è fatta solo di rose e fiori, ma può anche farci incontrare delle difficoltà.
6. Quale fiaba della sua infanzia l’ha maggiormente appassionata?
Ricordo molte fiabe che mio nonno mi raccontava vicino al fuoco la sera prima di andare a dormire. La fiaba che preferivo era in assoluto la storia di Pollicino. Fiaba molto triste che parla di abbandono e che mi faceva sentire tanto felice di avere invece una famiglia che mi amava, che mi proteggeva e che non mi avrebbe mai abbandonata.