Il commerciante di bottoni - RecensioniLibri.org Il commerciante di bottoni - RecensioniLibri.org

Il commerciante di bottoni

libro_silvestri_commerciante_bottoni_150Autore: Erika Silvestri

Questo libro nasce dalla necessità di sfidare il tempo. Dalla volontà forte e forse ingenua di strappare al passato qualche frammento e ridare così una speranza al futuro di un uomo.
La mia illusione, da quando Piero Terracina è entrato nella mia vita, è stata quella di regalargli una tangibilità oltre ai sentimenti, una dimensione reale e parallela in cui poter trovare almeno un disegno fatto dalle mie parole della sua famiglia perduta.
Non avrei potuto parlare di Auschwitz se non allontanandomi pericolosamente dalla realtà. Avrei dovuto filtrare con l’immaginazione cosa vuol dire avere fame, o aver paura di morire ogni giorno.
Non sarebbe servito a nulla, se non a creare immagini false per aggirare la realtà: ho ventidue anni e non so cosa sia la guerra ed il dolore.
Sentivo però di dover condividere la fortuna di conoscere Piero così da vicino, nella quotidianità, nella debolezza.
Da questo nasce il modo in cui il libro è scritto: quasi un diario al quale descrivo non quel che lui ha vissuto, ma quel che lui è, quasi lo ritraessi con i pennelli su una tela.
Un ritratto vivo e colorato, rispettando l’alternarsi di toni scuri, i dolori e le domande senza risposta, i racconti e i silenzi che non so spezzare e i toni chiari fatti di risate e abbracci, cioccolata e bottoni, pomeriggi passati insieme.
Partendo dalla storia del nostro affetto speciale, senza nome come le sensazioni che sorprendono, lascio sullo sfondo la sua tragedia.
Auschwitz è presente, è un altro protagonista che si impone a gran forza, inevitabilmente, insieme ad altre storie che nuotano intorno a noi, come linee che si intrecciano su un foglio per creare un disegno complesso e forse incomprensibile.
Sami, che ha il volto dell’Amicizia. Ida, Nedo, Lida che riesce ancora a far battere il cuore al mio eroe.
Un libro presuntuoso che vorrebbe essere una statua.
Ho cercato di raccogliere racconti e silenzi di Piero e di portarli con me in stanze vuote in cui poterli guardare in volto. Nel buio, lottando ed arrabbiandomi davanti alle mie stesse domande che sbattevano contro i muri.
Perché alla mia età si deve lottare contro quel che non si comprende. E poi imparare ad amare senza limitazioni, come fa Piero.
Ho pensato ai miei coetanei scrivendo, con la speranza che possano stringere tra le mani il mio libro e sentirsi anche loro parte della storia, anche loro nipotini che conserveranno il nome di quel che è stato e lo grideranno forte quando nessuno vorrà più ricordarlo.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Roberto Venturini - L'anno che a Roma fu due volte Natale

La dignità di Piero e i suoi insegnamenti sono uno scudo più forte del tempo, della volontà di chi vuole cancellare il passato e riscriverlo, di chi non vuole sapere.
Un libro è un oggetto e gli oggetti sfidano il tempo oltre la linea alla quale arrivano le persone, che paradosso.

L’autrice:Nata a Roma il 20 maggio 1986, vive a Ladispoli. Frequenta la facoltà di storia Medievale, Moderna e Contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Dall’incontro con Piero Terracina è nato “Il commerciante di bottoni” e da quel momento si dedica attivamente alla memoria della Shoah con progetti e presentazioni nelle scuole, partecipando a seminari, conferenze e a viaggi della memoria.
Ha vinto il Premio di Cultura Città di Santa Marinella nella categoria under 30; il Premio Baracca Coverciano (città di Ladispoli); ha partecipato come scrittrice alla Fiera del libro di Bologna nel 2007, alla Prima Settimana Internazionale di Cultura Ebraica svoltasi a Siracusa a gennaio 2008 e ha vinto il Premio Biblioteche di Roma a giugno 2008.

Nel 2007 ha pubblicato “Il commerciante di bottoni” (Fabbri Editori)

Autore: erika silvestri

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *