Prima del crepuscolo, Manuel Paolino | Midgard Editrice
Nella nuova silloge poetica di Manuel Paolino, dall’evocativo titolo di Prima del crepuscolo, si intrecciano numerose tematiche. Da un lato ci immergiamo nell’anima del poeta, nei suoi pensieri e nei suoi desideri più reconditi, dall’altro siamo portati a riflessioni più generali ed universali, che coinvolgono la vita dell’umanità intera.
In questa raccolta la poetica di Manuel si fa più intima, più sofferta, rispetto a quella di Leunam. “Il più celestiale dei poeti”, che non si curava dei numi, torna ora ad essere “mortale tra gli uomini confusi”, nella lirica Mani. L’umanità di Paolino è un’umanità stanca, rancorosa, incattivita, come declama in Un nuovo giorno: “Ho incontrato uomini vecchi / traballanti d’arroganza / con rabbie trattenute / in scricchiolii d’ossa insane”. Un’umanità guidata da esseri abietti, che saranno alla fine giudicati, come canta nella lirica L’ora del giudizio: “Voi / che dell’umano potere / avete fatto scempio (…) Ora al traguardo / Sarete giudicati”.
Ma oltre queste oscurità e queste cattiverie c’è una forza che interviene nella vita dell’uomo, una forza che tutto supera e tutto abbatte, si tratta dell’amore. L’amore che Manuel declama, con timore e tremore, nella lirica In un’anima: “Mai / avrei pensato / fosse così / grande / il mio timore / d’un amor / tanto profondo”.
L’amore che accompagna dolce nel sonno di Verso Morfeo: “Infine / m’addormento / per mano / accanto / alla persona / amata”. L’amore per la donna amata gridato dall’autore nella poesia Un uomo, un amore che è capace di superare anche la morte: “Ascolta il suo grido / donna / perché se c’è una cosa / che nessun vociare / né alcuna morte / può cambiare / è l’amore / che sana / le cadute / su quei cammini rovinosi / di cui ancor non vedi / i petali sommessi”. Quest’amore sembra essere il preludio ad un amore più grande, quello di un sole che non tramonta, ma anzi, abbraccia l’uomo in tutta la sua luce. Così canta Paolino nella lirica Prima del crepuscolo, che dà il nome alla raccolta: “Scorgo / la mia vita / tra quelle montagne / disegnate con le loro curve / sul tiepido abbaglio / in discesa / di un sole / a metà / Prepotente ora / dal cielo emerge / e mi vince / in un abbraccio di luce”. Con queste parole vi saluto e vi auguro una buona lettura.
Fabrizio Bandini (Scrittore, poeta, saggista, Direttore della Midgard Editrice)
Settembre 27, 2014
In questa bella nota introduttiva di Fabrizio Bandini da me qui pubblicata approfondisco ora un aspetto che mi sembra importante. Nell’ultima parte quando egli affronta il tema dell’amore presente nella raccolta e scrive: “(…) L’amore per la donna amata gridato dall’autore nella poesia Un uomo, un amore che è capace di superare anche la morte: “Ascolta il suo grido / donna / (…)” sottolineo che la parola “donna” e’ stata recentemente da me sostituita nella lirica Un uomo dalla parola “madre”. La donna amata e’ la madre quindi, l’autore e’ testimone del grido dell’uomo, colui che la ama, cioe’ il padre, ed esprime i propri sentimenti ed il proprio punto di vista alla sua interlocutrice.